Molti milanesi non ci sono mai stati, e per tanti altri è stata una scoperta solo dopo il restauro del 2006. A me è sempre piaciuto tanto: in via Gadio 2, proprio dietro il Castello Sforzesco, c’è una palazzina in purissimo stile liberty datata 1906, anno – penso un po’ – di Expo Milano. Ospita uno tra gli acquari più antichi d’Europa e lo capisce fin dall’ingresso, tra fregi e statue di evidente richiamo marinaro.

In realtà, devo confessare – e credo di essere l’unico – che l’Aquario di Milano mi piaceva di più prima del restauro. Intendiamoci, il lavoro è stato effettuato splendidamente e oggi la struttura di apre ai visitatori con una veste moderna, polifunzionale, accattivante nell’utilizzo della tecnologia. Ma prima… Ah prima… (e qui c’è Nonno Simpson che parla in me)… prima tutto raccontava di una passione tenuta su con gli spilli, si avvertivano le fatiche di chi vi si dedicava, c’era una sorta di decadenza trattenuta che rendeva quel luogo poetico.
Oggi si entra in una celebratissima “vasca mediterranea a ponte”, che circonda da tre lati il turista e regala una sensazione di viaggio nello spazio e nel tempo. Ma vuoi mettere con la ragnatela che ti aspettava dove sapevi di trovarla anche un mesetto dopo, vuoi mettere con le foto scattate senza flash per non spaventare i pesci mentre un guardiano voltava consapevolmente le spalle?
Niente da fare: non mi so proprio accontentare. E comunque una visita all’Acquario dovete farla.