Non so per quale motivo “La miglior vita” di Fulvio Tomizza sia rimasto così a lungo sugli scaffali dei libri da leggere, anticipato da altre letture; o forse sì, se voglio provare ad essere onesto com me stesso una spiegazione credo di averla. Più di una, in realtà: da una parte mi pareva di cedere al localismo – cose che faccio spesso e che quindi mi inibisce alla continuità di campanile – dall’altra temevo una edizione e una scrittura di altri tempi, che avesse poco da dire ai miei giorni. 

Mi sbagliavo di grosso. 

“La miglior vita”, romanzo Premio Strega nel 1977, ha moltissimo da dire ai nostri giorni. L’io narrante, il sagrestano della piccola comunità istriana di Radovani racconta la storia del suo territorio e della sua gente nel succedersi dei sette preti che l’hanno accompagnata dagli anni di Cecco Beppe a quelli del secondo dopoguerra e della difficile convivenza fra stato e religione, con il tragico intermezzo di due conflitti e dell’epoca buia del ventennio fascista. 

In un contesto storico e culturale che favorirebbe ogni possibile divisione (fra croati e italiani, fra fascisti e antifascisti, fra italiani e cittadini della neo-federazione jugoslava) un aspetto emergono chiaramente, e sinceramente commuove: il vento della Storia passa su questa comunità di gente semplice e rovista nelle loro esistenze innocenti – ed io mi son sorpreso a immaginare che in fondo non debba essere così diverso nei mille confini macchiati anche oggi dalla crudeltà e dalla inutilità della guerra – eppure il senso di umanità profondamente resiste. L’edificio della scuola italiana e quella croata sorgono alla stessa velocità, quando i muratori si accorgono che sono impegnati un una stessa opera; una bambina musulmana viene accolta in terra cristiana consacrata (con il viso rivolto alla Mecca) perché il paese non era “strutturalmente” pronto alla commistione religiosa imposta dal regime titino, e così via. 

Nelle sue pagine più toccanti, “La miglior vita” parla dei nostri giorni e ai nostri giorni, in una scrittura ricolma di termini dialettali che potranno sembrare respingenti ma che arricchiscono infinitamente il testo.

E Martin, sagrestano, padre, sposo, uomo semplice, non si dimentica. 

 

SCHEDA LIBRO
Autore: Fulvio Tomizza
Titolo: La miglior vita
Editore: Mondadori
Collana: Oscar
Pagine: 310
ISBN: 978-8804485933

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Riassumendo
  • 8/10
    Romanzo popolare al suo meglio - 8/10
8/10

Quarta di copertina

Il romanzo tratta la difficile scelta del protagonista, il sagrestano, Martin Crusich, riguardo al proprio avvenire, di fronte al bivio imposto da due guerre mondiali e dalla ridefinizione dei nuovi confini, geografici e culturali; una storia italiana di frontiera; ma è anche un romanzo sulla vita di un paese dell’Istria, Radovani, di una piccola comunità la cui cronaca, fatta di lavoro e umiltà, viene scandita solo dalle registrazioni parrocchiali.

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