Racconto che più tipico non si potrebbe di Stefan Zweig, Angoscia – in altre traduzioni ed edizioni Paura – mostra perfettamente la cifra stilistica di un autore che non smette di stupirmi ad ogni pagina letta. 

Nella bella edizione di Passigli che mi ha allietato ieri e che mi è balzata agli occhi durante l’ultima passeggiata spacca-carta-di-credito in quella meraviglia che la Ubik di Trieste, Zweig mette in scena la storia di Irene, donna dell’alta borghesia che cede alle lusinghe di un amante. A tenere agganciato  il lettore alle pagine non è però la pur solidissima trama: diciamocelo, se cercate paragrafi ricolmi di azione, passate ad altro. L’intero romanzo breve-racconto lungo si basa su un sottilissimo meccanismo psicologico in cui tutti, anche in situazioni meno peccaminose, siamo certamente passati: il sottile equilibrio fra la paura di essere scoperti e il desiderio di quella liberazione che il riaffermarsi della verità produce.

E’ con questo spirito che assistiamo alla storia di Irene, è con questa crescente ansia (o angoscia) nelle vene che la accompagniamo nei momenti di più oscuro terrore e in quelli di più alta tensione. E’ con questa emozione – e Zweig sapeva emozionare come pochi – che ci si avvia verso un finale non scontato, per il lettore di oggi forse quasi “paternalistico” ma certamente da riportare al 1920 in cui è stato scritto, e quindi da apprezzare. 

Una lettura rapida e infinitamente intensa. 

 

SCHEDA LIBRO
Autore: Stefan Zweig
Titolo: Angoscia
Editore: Passigli
Collana: Le occasioni
Pagine: 106
ISBN: 978-8845927232

 

Riassumendo
  • 8/10
    La passione, quella che spaventa - 8/10
8/10

Quarta di copertina

Appartenente alla ricca borghesia viennese, sposata felicemente con un avvocato, madre di due figli e apparentemente appagata, spinta dalla noia e dalla routine del matrimonio Irene intesse una relazione con un giovane musicista. Dopo uno degli incontri con l’amante, viene avvicinata da una sconosciuta che comincia a ricattarla.

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