Metti che è appena passato Natale e c’è quell’amica/o con cui non ti sei visto; organizzate qualcosa subito dopo Capodanno e non vuoi presentarti a mani vuote? Sezione “Consigli per gli acquisti + Pubblicità Progresso”: il nuovo libro di Mario Calabresi la/o conquisterà.

E quello che non smette di sorprendermi quando affronto un testo di Mario Calabresi è il metodo. E non mi riferisco al solo “oggetto letterario”, che sfugge a diverse definizioni. Non è un saggio, non è ovviamente un romanzo o una raccolta di racconti: Una volta sola è il tentativo di rispondere alla domanda sul “perché valga la pena vivere” (e vivere con coraggio) attraverso le testimonianze di umanità incontrate dall’autore e a noi presentate come voci preziose.

Un tempo – o altre firme del presente – ci si sarebbe appoggiati a testimonianze di eroi irraggiungibili, di santi inimitabili, di figure che hanno oltrepassato la storia e si sono ammantate di eternità. Calabresi ti spiazza perché ti presenta persone (non personaggi) che potrebbero tranquillamente far parte della tua quotidianità: l’amore di due anziani (nella mia mente, la foto dei miei che passeggiano in un corridoio in ospedale), una generazione di emigranti (gli amici lontani), una persona che ci ha lasciato e a cui ripensi di tanto in tanto. Calabresi lo scrive spesso e lo testimonia in ogni pagina: siamo il risultato della nostra educazione, degli incontri che abbiamo fatto, delle persone che abbiamo amato. Ogni parola di Una volta sola lo testimonia con una potenza che è difficile descrivere e una discreta dose di coraggio nel non nascondere nulla della propria storia e delle proprie convinzioni. 

Calabresi ha il tocco delicato di chi mostra ferite rimarginate mostrandoti, con gli occhi spalancati sul mondo e una chiarezza che fa commuovere, che c’è Speranza. 

 

SCHEDA LIBRO
Autore: Mario Calabresi
Titolo: Una volta sola
Editore: Mondadori
Collana: Strade blu
Pagine: 180
ISBN: 978-8804744054

Acquisto: Amazon.it, 5% sconto (cartaceo € 17,10 – ebook € 10,99)

Riassumendo
  • 8/10
    Domandandosi perché valga la pena vivere - 8/10
8/10

Quarta di copertina

Rachele ha trentotto anni quando il tumore che aveva scoperto mentre aspettava il terzo figlio si ripresenta. Da lì la decisione di scrivere qualcosa da lasciare ai suoi bambini, un diario della sua vita. Lo fa mandandomi venticinque messaggi vocali, un racconto senza sconti o giri di parole di tutto quello che ha vissuto e che vale la pena raccontare.

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