Qualche tempo fa – cavolo, potrebbero essere anni, la pandemia ci ha fatto perdere punti di riferimento – ho scassato le scatole a MoglieRiccia fino a quando l’ho convinta a regalarmi, dietro assicurazione di prendermene gran cura, una di quelle mini-serre casalinghe con luce alogena e pratico spazio per i vasetti. Che poi, prendersene cura non è una gran cosa, perché una volta “piantati” i semini di quel che vuoi provare a coltivare, basta assicurarsi che ci sia dell’acqua sul fondo ed una sorta di sirena bitonale ti ricorda, in genere alle due di notte, quando sta terminando.
Non ho mai avuto grande passione per la coltivazione e l’unica esperienza in materia era stato il tentativo di piantare i pali per i pomodori sotto lo sguardo interdetto e non particolarmente amichevole della Nonna, che avrebbe probabilmente preferito come sposo della nipote un muscoloso salopettista dell’Arkansas, ma l’idea di dare vita a un minigiardino in soggiorno – non so perché – mi affascinava enormemente.
La mini-serra è ancora lì, adesso ci sta crescendo del basilico, e W o il ricordo d’infanzia di Perec mi ci ha fatto pensare. Perché quando le piantine di aromi son cresciute, e sollevi il vasetto, ti accorgi che hanno le radici, sì, e che non poggiano su niente (ovvio, sotto ce’è l’acqua, mica la terra). E Perec in queste struggenti e complicatissime 230erotti pagine ti racconta quella cosa lì: una infanzia abbattuta, una madre ad Auschwitz, un padre morto in un ospedale da campo, e una serie inevitabile di frammenti di memoria raccolti dall’autore alla “Vita istruzioni per l’uso” – per far capire lo stile – ma inframmezzati di non-ricordo-bene, di smentite dopo poche pagine, di conferme fotografiche mancate. Una biografia che manca, lucidamente, di una base forte, ed in mancanza di questa non ci si può che rifugiare nella fantasia, cosa che Perec fece benissimo fin da subito come dimostra la storia di W, isola immaginaria in cui lo sport e gli ideali olimpici hanno formato governo, giustizia, vita quotidiana.
Ti viene una grande stretta al cuore e un bisogno quasi fisico di lasciartelo alle spalle, questo Perec che si confessa lucidamente che “I ricordi esistono ormai, effimeri o tenaci, frivoli o penosi, ma non c’è niente a tenerli insieme”.
SCHEDA LIBRO
Autore: Georges Perec
Titolo: W o il ricordo d’infanzia
Editore: Einaudi
Collana: Letture Einaudi n. 80
Anno di pubblicazione: 2018 (prima edizione 1975)
Pagine: 233
ISBN: 9788806219178
Acquisto: Amazon.it : cartaceo copertina flessibile € 18,05, ebook € 9,99
PROGETTI
1001 libri da leggere: letti 130, da leggere 871
Giro del mondo letterario: Francia
Riassumendo
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8/10
Quarta di copertina
“In questo libro ci sono due testi semplicemente alternati; potrebbe quasi sembrare che non abbiano niente in comune, eppure sono inestricabilmente intrecciati, come se nessuno dei due potesse esistere da solo, come se soltanto il loro incontro, quella debole luce che gettano l’uno sull’altro, potesse rivelare ciò che non è mai detto apertamente nell’uno, mai detto apertamente nell’altro, ma solo nella loro fragile intersezione.