Sono tante, tantissime le emozioni che ho provato leggendo di Giulio. Alcune le ho riconosciute senza difficoltà: erano la rabbia e la frustrazione che avevo provato ascoltando i servizi televisivi, leggendo i giornali, cercando di capire in quei giorni ricolmi di amarezza come e perché potesse essere successo qualcosa di così terribile.
Poi era subentrata una tristezza acuta, dettata – nella mia piccolezza – anche da una vicinanza geografica, direi quasi campanilistica: sono nato a Trieste, cresciuto a Monfalcone, tante delle strade che Giulio ha percorso si sono viste calpestate anche dai miei passi, a volti fieri, a volte incerti. Trasferito a Milano, raccontavo agli amici della bellezza del Collegio del Mondo Unito, immotivatamente, non avendoci messo mai piede, ma come si fa con le cose belle della propria terra, che diventano luoghi di cui vantarti. Giulio ci ha studiato, ha consolidato anche tra quelle mura una sua visione del mondo e dello stare insieme.
Ho provato, negli anni successivi, una infinita ammirazione per i genitori di Giulio, per la forza con cui hanno affrontato e stanno affrontando depistaggi, silenzi, sgarbi politici e istituzionali, con una dignità che non conosce pari.
Mi sono indignato, proprio io che di certe posizioni politiche non ho mai fatto segreto, quando il sindaco di centrodestra del Comune di Trieste – la mia bellissima, colta, a volte disperata, struggente, sempre inimitabile città – ha fatto rimuovere lo striscione che chiedeva verità per Giulio. Ed è anche stato appena rieletto.
Io, che con Giulio condivido un amore sconfinato per la lettura ma con cui avrei probabilmente avuto a che discutere su mille posizioni, eventi, collocazioni politiche o storiche, non posso sopportare che un ricercatore italiano impegnato in un paese straniero possa essere imprigionato, torturato, ucciso senza una reazione. Mi fa proprio imbestialire. Poi mi fermo un istante, penso a quello che di Giulio ci hanno raccontato i suoi, e mi calmo un po’.
Quando me lo ricordo – e sono piccolo, quindi non succede spesso quanto vorrei – in quei momenti guardo il braccialetto giallo che ho al polso da qualche anno, e penso che se anche una volta sola sarò capace di guardare oltre, Giulio in fondo un po’ l’avrò davvero conosciuto.
SCHEDA LIBRO
Autori: Paola Deffendi, Claudio Regeni, Alessandra Ballerini
Titolo: Giulio fa cose
Editore: Feltrinelli
Collana: –
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 224
ISBN: 978-8807173769
Riassumendo
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8.5/10
Quarta di copertina
“Chiediamo una verità processuale nei confronti di chi ha deciso sul destino della sua e delle nostre vite, di chi lo ha torturato, chi ha sviato le indagini, chi ha permesso e permette tutto ciò. Su Giulio sono stati violati tutti i diritti umani, compreso il diritto ad avere verità”