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C’è sempre quello con le cuffiette. Questa sera si trattava di un impeccabile professionista con giacca scura, cravatta Regimental sui toni del turchese spento e camicia azzurra, giurerei completa di iniziali. Una mise accompagnata dai bianchi auricolari Apple, quelli che credi ti possano isolare dall’universo ma che in realtà diffondono al tuo vicino la voce ovattata del tuo cantante preferito. In questo caso specifico, Ed Sheeran.

Grazie al Cielo c’è anche quella col libro in grembo (o, nella sua versione più tecnologica di cui constato quotidianamente la diffusione, impegnata a sfogliare le pagine dell’ebook con un agile colpo di polpastrello) che questa sera è un’amante della carta e – ritengo – del profumo di inchiostro, se è vero che si sta dedicando al più celebre romanzo di Patrick Süskind. Una scelta coraggiosa: i vagoni serali risentono delle fatiche quotidiane di mille esseri umani, ed il riscaldamento invernale rende tutto più… uhm… ammorbante.

Alla mia sinistra, tre ragazzi con il borsone da allenamento serale di pallone si accingono a raggiungere il mister della ASD RGP Precotto, colgo dalle tute. Alla fermata precedente è salita una biondina minuta, 1.65 scarso inclusivi di tacco 12 da cui si innalza uno stivale che farebbe la gioia del Marchese De Sade. L’aria si riempie di ormoni impazziti e all’improvviso il gol di Lichtsteiner della sera precedente perde interesse e abbandona la scena.

Inevitabilmente, davanti a me si consumano via mobile gli ultimi spiccioli di attività lavorativa: il tono è concitato e l’impressione, forse non del tutto fallace, è che si tratti di un avvocato impelagato in una clausola contrattuale di un qualche genere. Riconosco sorridendo alcune delle pratiche negoziali più comuni.

Mentre immaginavo la voce dell’interlocutore, alla mia destra si è seduto un adolescente. Dalla schermata di lancio, colgo che è disponibile per smartphone una nuova versione di Candy Crush (credo indirizzata agli amanti delle bibite gassate). Immagazzino l’informazione perché può essere utile tra le mura domestiche.

Turro. Fermata Turro“. Ancora una volta, le scene “alla Amelie” che mi regala la metropolitana milanese mi hanno distratto. E fatto una semplice, tenera, dolcissima compagnia.

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