E qui devo un ringraziamento enorme a Giorgio Ballario che ha inserito tra le fonti utili alla scrittura del suo “Una donna di troppo” un testo che mi ha conquistato nelle ultime settimane, provocando anche qualche tensione familiare per la continuità quotidiana e l’estrema ricchezza di particolari con cui ripercorrevo, ad ogni occasione, l’incredibile biografia del Duca Degli Abruzzi che mi si andava via via svelando davanti agli occhi e al cuore. 

Essendo nato a Trieste e cresciuto a Monfalcone, fino a qualche settimana fa l’unico Duca che faceva parte del mio personalissimo Pantheon era il Duca d’Aosta, al secolo Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, Comandante della Terza Armata sul fronte isontino della prima guerra mondiale, che riposa in mezzo ai suoi soldati ai piedi del Sacrario, a esattamente 5,8 chilometri di bicicletta dalla mia cameretta. Emanuele Filiberto non avrà avuto grandi obiezioni e ha fatto spazio nel mio immaginario al fratello Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, duca degli Abruzzi, a cui Mirella Tenderini e Michael Shandrick hanno dedicato quest’opera meravigliosa. 

Ma chi fu il Duca degli Abruzzi? Bambino orfano di madre a tre anni, ragazzo formato in Accademia, uomo con una divorante passione per l’esplorazione e per la scoperta dell’ignoto, vissuta con gli occhi del lucido sognatore, di chi prepara scrupolosamente la riuscita dell’avventura senza smettere di lasciar vagare lo sguardo oltre le nuvole. Primo scalatore del Monte Saint Elias in Alaska (Alaska! e nel 1897), uomo più vicino a raggiungere il Polo Nord nei suoi anni; primo esploratore del Ruwenzori, 5101 metri di massiccio in pieno Congo (Congo! e nel 1906) la cui vetta è da allora nota come Cima Margherita, omaggio alla Regina, recordmen di altitudine raggiunta nel 1909 quando scalò il K2 senza raggiungerne la cima (ma ancora oggi la via più utilizzata per le scalate transita dallo Sperone degli Abruzzi). Imprese non solitarie, e non si tratta di un minus: il Duca possedeva anche la capacità di formare squadre perfette, e il volume è splendidamente illustrato da alcuni scatti di Vittorio Sella che di quelle imprese fu testimone e fotografo.

E poi una disarmante e misteriosa storia d’amore, una carriera militare lontana dagli intrighi politici, la scoperta delle sorgenti del fiume Uebi Scebeli (il “Secondo Nilo”) e un innovativo progetto di sperimentazione agricola in piena convivenza con la popolazione locale avviato in Somalia, dove ancora oggi il Duca riposa in un ricordo tramandato da generazioni e ai limiti della devozione, se si pensa che nel 1992 vi fu la concreta ipotesi di riportarne le spoglie in Italia e che fu la stessa popolazione locale ad opporsi, con il consenso finale della famiglia. 

Una grande Storia di profonda umanità. 

SCHEDA LIBRO
Autore: Mirella Tenderini, Michael Shandrick
Titolo: Vita di un esploratore gentiluomo. Il Duca degli Abruzzi
Editore: Corbaccio
Collana: –
Anno di pubblicazione: 2006
Pagine: 295
ISBN: 978-8879728324

Acquisto: Amazon.it (ebook, € 11,99; cartaceo copertina flessibile € 13,02)

Riassumendo
  • 8.5/10
    Un saggio storico, un romanzo d'avventura - 8.5/10
8.5/10

Quarta di copertina

(…) Raggiunse la latitudine Nord più avanzata dell’epoca. Tra il 1903 e il 1905 circumnavigò la terra passando per lo stretto di Magellano, toccando Cina e Australia e tornando per il mar Rosso. Nel 1906, in veste di alpinista, riuscì a raggiungere le cime più alte della catena del Ruwenzori, vicina alle sorgenti del Nilo. (…)

Rispondi