Il 10 luglio del 2006 la Gazzetta titolava “Tutto vero”: titolo a nove colonne sopra la foto di Cannavaro (Kan-va-va-ro!) che sollevava la Coppa del Mondo conquistata a Berlino. Io zoppicavo per una microfrattura a un dito del piede di cui NON racconterò la genesi e pensavo che era davvero un bel titolo, memorabile come l’evento a cui faceva riferimento: ci guardavamo in faccia e ci domandavamo “ma è successo davvero?”. 

Veronica Raimo – che avevo apprezzato parecchio nella lettura di Miden, qualche estate fa – in Niente di vero gioca con le parole fin dal titolo, navigando fra il suo nome di battesimo e il concetto di verità. Non ho trovato “divertente” questo testo che sta a metà tra l’autobiografia ed il romanzo di formazione; l’ho trovato terribilmente vero, con quel sottile equilibrio fra momenti di pura tenerezza e altri di infinito e disincantato cinismo che mi hanno fatto persino un po’ male. 

Nel suo racconto di storia familiare ricca di ossessioni – sì, l’uso dell’alcool disinfettante mi ha fatto sorridere – e di piccole e grandi disfunzioni, Veronica Raimo ci guida in quello che una volta sarebbe stato definito memoir e che oggi assomiglia a una tendenza letteraria moderna che non mi conquista mai del tutto ma che mi lascia sempre qualcosa. Credo che il giudizio complessivo di Niente di vero, di cui ho letto recensioni terribili insieme a pensieri grati, dipenda essenzialmente dalla biografia e dall’esperienza del lettore. E non intendo in un semplice riconoscimento degli episodi vissuti, ma in una più ampia comprensione delle fragilità umane, delle loro peculiarità, degli effetti quasi indelebili che una parola può lasciare nelle nostre vite.

Fra quelli letti finora, e sono ben lontano dalla meta finale, è forse il più “streghiano” dei testi che ho affrontato. Vediamo se l’8 giugno mi finisce in cinquina.  

SCHEDA LIBRO
Autore: Veronica Raimo
Titolo: Niente di vero
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Anno di pubblicazione: 2022
Pagine: 176
ISBN: 9788806251895

Acquisto: Amazon.it (ebook, € 9,99; cartaceo copertina rigida € 17,10)

Riassumendo
  • 7.5/10
    Una autobiografia feroce e tenera - 7.5/10
7.5/10

Quarta di copertina

Prendete lo spirito dissacrante che trasforma nevrosi, sesso e disastri famigliari in commedia, da Fleabag al Lamento di Portnoy, aggiungete l’uso spietato che Annie Ernaux fa dei ricordi: avrete la voce di una scrittrice che in Italia ancora non c’era.

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