E’ in qualche modo bello e infinitamente opportuno che questa raccolta di scritti di Claudio Magris sia pubblicata da La nave di Teseo nella collana I fari: strutture che, e cito Wikipedia, “dotate alla sommità di un sistema capace di emettere potenti segnali luminosi di aiuto e di riferimento nella navigazione”. E io non riesco a immaginare, nel desolato panorama politico, sociale, giuridico di questi anni, un segnale di riferimento nello scenario intellettuale contemporaneo più ampio, acuto, attento di quello che ci regala Claudio Magris.

Quelli raccolti in Istantanee non sono racconti, non sono semplici brani autobiografici, sono un oggetto narrativo di non facile definizione: a me sono sembrate quarantotto finestre aperte su panorami differenti, raggi di sole che illuminano una brughiera, luci (appunto) che mostrano la costa durante una navigazione in un mare burrascoso. Dal semplice ricordo di un oste alle due chiacchiere scambiate a Barcola, dalla riflessione sulla pomposa conferenza e su suoi effetti sul volto di un amico alla semplicità di due bambini che giocano in spiaggia, Magris ci mostra che l’essere umano può (deve) essere migliore di quello che ultimamente dimostriamo. Non so a te, ma a me sembra qualcosa di gigantesco.

  • 8/10
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