Ho iniziato la rincorsa al Premio Strega: ricordo l’ebrezza del tifo e la soddisfazione per il “già letto” quando le pagine dei quotidiani si concentrano sul vincitore e vorrei riassaporare la sensazione. 

Per interesse storico e ipotetica contiguità con i miei gusti di lettore ho pensato di partire da Mordi e fuggi, romanzo di Alessandro Bertante che promette di raccontare la “storia delle Brigate Rosse”, come recita il sottotitolo. Naturalmente la forma è narrativa e non saggistica, con un protagonista io narrante e il tentativo di ricreare ambientazione storica e sociale degli anni Settanta. 

Mettiamola così: non farò il tifo per questo. 

Nonostante le premesse, ho trovato Mordi e fuggi deludente. Prima di tutto nella forma: dialoghi poco efficaci, una scrittura che sconta il tentativo di ricreare lessicalmente anni passati con un risultato che appare artificioso, in un insieme che appare tutto sommato quasi frettoloso nel divenire così come nella sua espressione.

C’è poi un problema di contenuto, che – come sempre accade quando si parla di letteratura – può essere dovuto alla mia sensibilità personale: il romanzo mi è parso fortemente assolutorio, quasi che l’esperienza della lotta armata fosse una inevitabile strada da intraprendere e non una precisa scelta politica e militare di cui non si faticava certo a intravedere la tragicità. Ogni azione delle BR è conseguenza di un torto subito, ogni momento di discussione interna sfiora il manicheismo fra chi non ha il coraggio di andare fino in fondo e chi ci crede davvero. Ho la fortuna di non aver vissuto quegli anni, ma immagino una infinita gamma di grigi fra il bianco e il nero delle due opposte posizioni, e in un romanzo che ambisce a raccontarne la storia avrei voluto vederne una rappresentazione.

SCHEDA LIBRO
Autore: Alessandro Bertante
Titolo: Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR
Editore: Baldini e Castoldi
Collana: –
Anno di pubblicazione: 2022
Pagine: 208
ISBN: 978-8893884693

Riassumendo
  • 5.5/10
    Non alle altezze delle mie aspettative - 5.5/10
5.5/10

Quarta di copertina

Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più.

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