Siamo a dicembre e mi tocca rivedere la classifica annuale: M. il figlio del secolo irrompe sul podio delle mie migliori letture dell’anno. 

Le dimensioni ingannano: può sembrare inapprocciabile, ma si legge d’un fiato. E, soprattutto, inevitabilmente si pensa, anche solo ponendosi la domanda di “come sia potuto succedere”. 

Nello stile asciutto e insieme avvolgente di Scurati, fra articoli di giornali e racconti biografici, sfilano D’Annunzio, la Sarfatti, il truce Dumini, oltre naturalmente a M. , figlio del suo secolo, abile a cogliere i sentimenti della popolazione (a “parlare alla pancia”, si direbbe oggi) eppure molto meno decisionista di quanto una certa agiografia farebbe intendere. Soprattutto, più volte vicino al fallimento, se solo loStato avesse fatto lo Stato, la sinistra fosse stata unita, una certa borghesia non lo avesse implicitamente sostenuto. 

Credo che il principale merito di Scurati stia in questo: non vi è nulla di più antifascista che raccontare cosa sia stato il fascismo, con asciuttezza. E il libro funziona, funziona moltissimo. 

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