Quando ero piccolo, si giocava a calcio ai giardinetti sotto casa. Da una parte, una struttura di ferro che avrebbe dovuto sostenere un’altalena simulava perfettamente una porta; dall’altra, due alberi miracolosamente distanziati in modo corretto rappresentavano l’altra porta, e pazienza se non c’era la traversa, si andava ad occhio. Su un lato, una maledetta siepe di una pianta che non saprei identificare: fruttini rossi o arancioni tondi, foglie verdi, un mare di spine.
Inutile dirlo: ogni volta che il SuperTele (o, quando andava di lusso, il Tango) ci finiva dentro, ne usciva bucato. E allora si cercava disperatamente il buchino e lo si tappava pestandoci dentro una spina per impedire l’uscita dell’aria (geniale contrappasso fra causa e soluzione, lo realizzo oggi). Per tre o quattro giorni, il pallone si sgonfiava lentamente, impercettibilmente, direi stancamente.
“La valle oscura” si sgonfia pagina dopo pagina. Promette il racconto della vita di una giovane appassionata laureata in materie umanistiche che lascia un soffocante impiego senza prospettiva in una casa editrice e si fionda nel mondo delle supernova digitali, che raccolgono finanziamenti e promettono rivoluzioni, e poi spesso scoppiano come palloncini. Big data, front end e back end, ambienti tossici, sessismo, AD venticinquenni inquieti, frutta secca gratis in sala riunioni, mail notturne.
“La valle oscura” sarebbe un grande reportage per Internazionale, se non fosse lungo più di 300 pagine, in cui a poco a poco senti di scivolare in una ripetizione continua, in dinamiche sempre identiche, e la protagonista comincia a starti anche un po’ sui maroni. Sembra rifiutare la realtà eppure la abita, sembra schifare l’ambiente ma in fondo lo ricerca, sembra volerti commuovere ma ti inaridisce. Riesce – questo sì – a ritrarre un mondo a parte, spersonalizzante come pochi, dalle metriche di successo che non corrispondono mai alla felicità.
Ai giardinetti, un giorno arrivò qualcuno con un pallone di spugna dura. Non si bucava, assorbiva le spine, non si calciava neppure male. A “La valle oscura” manca il pallone di spugna.
SCHEDA LIBRO
Autore: Anna Wiener
Titolo: La valle oscura
Editore: Adelphi
Collana: Fabula
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 309
ISBN: 978-8845935190
Acquisto Amazon.it (edizione cartacea, € 16,15 – ebook € 10,99): clicca qui
Riassumendo
-
6.5/10
Quarta di copertina
Cosa succede, nella Silicon Valley? Per quale ragione gli spazi di lavoro sono disegnati come appartamenti, e gli appartamenti come spazi di lavoro? In base a quale idea del mondo anche chi hai seduto di fronte comunica con te solo via messaggio? Come mai gli unici scambi diretti fra umani ruotano intorno alle ordinazioni del delivery successivo? E soprattutto, oltre a imporre una vita quotidiana così diversa da tutte le altre, cosa fanno veramente le startup?