Ci sono alcune cose che per sono sinonimo di “fatto bene e con passione”. E’ una sensazione strana, un misto di ringraziamento per l’opportunità di vivere un momento di comprensione della bellezza del “fatto bene” e di soddisfazione per il saperlo riconoscere, seguito dalla immediata necessità di condivisione con il mondo.
Tipo, se penso alle ultime settimane, credo di averlo provato per: la cura nella proposta editoriale della libreria @ubiktrieste / l’attenzione ad una parola in una canzone che ho ascoltato / il tentativo in un pannello espositivo di spiegare la portata di una tragedia / la preoccupazione di correggere un errore assolutamente veniale in un podcast del Post / una impostazione dell’Iphone / i dettagli in un volume edito da Keller / …).
Quando penso a “cose fatte bene”, in ambito editoriale non riesco a non pensare (anche) a The Passenger: ogni spazio ha un senso, ogni grafico rivela un approfondimento, disegni e fotografie mostrano con evidenza che si può fare dell’ottima editoria e creare un prodotto (il termine è orribile, me ne rendo conto) che parli a ognuno dei lettori in una maniera diversa, a seconda delle sua storia, esperienza o sensibilità.
E, attenzione, non è un The Passenger che per me resterà indimenticabile: un po’ perché l’effetto deja vu, essendomi goduto lo splendido California di Francesco Costa, era imparabile, un po’ perché il tentativo – perfettamente riuscito – di evidenziare le differenze fra il sogno e la realtà, fra l’immaginario e la verità di uno stato che vive di contraddizioni profonde, impossibili e che fanno sussultare per ingiustizia nell’insieme complessivo del volume mi è sembrata persino eccessiva, fin troppo sbilanciata.
Ma ciò non toglie che guardi The Passenger e pensi a quanto sia affascinante quando una cosa è davvero “fatta bene”.
SCHEDA LIBRO
Autori: Vari
Titolo: California
Editore: Iperborea
Collana: The passenger
Pagine: 192
ISBN: 978-8870919028
Riassumendo
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8.5/10
Quarta di copertina
L’aria è secca, soffocante, quasi irrespirabile, e non solo a causa della siccità e degli incendi sempre più drammatici. È pesante anche sotto l’aspetto sociale, al punto che il fu California dreamin’ sembra assumere i tratti di una distopia.