Secondo post di letture estive: due ottime letture, un mezzo buco (amen).

Mia nonna saluta e chiede scusa – Fredrick Backman

Elsa è una bambina di sette anni, quasi otto, con una nonna che odia il politicamente corretto.

Elsa ha imparato dalla nonna che essere speciale – ed Elsa è estremamente intelligente e matura – non è un limite, neppure quando ti porta ad essere il bersaglio dei compagni di classe ad ogni tuo respiro.

Elsa vive tra la realtà di un condominio con umanità varie tra i suoi abitanti e le fantasie con la nonna, che ha inventato per lei regni in cui rifugiarsi, fiabe con personaggi fantastici, palazzi in cui rinchiudere la tristezza.

E ci deve essere, fra i Regni delle fiabe che la nonna di Elsa raccontava alla nipote, un reame che sorge intorno a un lago alimentato dalle lacrime di tutti quelli che hanno letto “Mia nonna saluta e chiede scusa”. È un lago bellissimo, dalla superficie calma, che lascia intravedere sul suo fondo fotografie di guerra, medici impegnati a salvare vite, un cane enorme e meraviglioso, una vecchia Renault. E per quante lacrime lo alimenteranno, saranno sempre visibili.

Io ho dato il mio contributo al lago, e quindi sono diventato un Alf-fluente.

Così.

La presidente – Alicia Gimenez-Bartlett

Capita che il tuo giocatore preferito sbagli un gol praticamente fatto, ed è peggio di quando la stessa cosa capita a uno di quelli che fra un paio di mesi dimenticherai.

Capita che un amico dica una frase infelice, riapra senza volerlo una ferita cicatrizzata, ti costringa senza volerlo ad un momento oscuro.

Capita che il gatto si aggrappi con le unghie alla tua maglietta preferita, che il professionista che stimi sul lavoro dica una boiata, che il cantante che ascolti faccia un pezzo in collaborazione con un idiota.

E capita che una scrittrice che hai molto amato, genitrice letteraria di un personaggio che ha accompagnato tante notti insonni e tante giornate storte, pubblichi il primo romanzo di una nuova serie, e che tu non la riconosca. Personaggi piatti (ma piatti piatti eh), due protagoniste che virano rapidamente verso l’antipatia più profonda, alcuni passaggi fastidiosamente improbabili, una trama che si sviluppa lentamente verso un finale prevedibile.

Capita. Poi si ricomincia a tifare, voler bene, accarezzare il micio, leggere.

La camera azzurra – Georges Simenon

E niente, ogni volta che leggo Simenon – e oggettivamente l’ho letto poco – mi chiedo perché non io non legga un Simenon alla settimana.

Dovevo uscire dalla delusione bartlettiana e ho voluto rimanere sul genere, ovviamente con atmosfere, latitudini, suggestioni, tono e trame del tutto differenti. E “La camera azzurra” mi ha soddisfatto oltre misura, trascinandomi in una vicenda torbida e sensuale che dell’azzurro riporta solo le pareti di una stanza, ma che si tinge del più evidente rosso passionale nel suo divenire fin dalle primissime pagine.

La musica in sottofondo è quella di uno spartito già suonato mille volte: lui (marito infedele, in fondo spaventato dalla relazione adultera), lei (amanti focosa emersa improvvisamente dal passato), gli altri (i rispettivi coniugi). Simenon gioca con il classicone, compone un romanzo in cui il lettore è immediatamente accompagnato agli interrogatori del protagonista, capisce in qualche misura verso quale conclusione ci si sta indirizzando, eppure non può mollare il testo.

“La camera azzurra” rientrerà nella lista dei noir che consiglio, senza grossi dubbi. E io devo leggere Simenon un po’ più spesso, decisamente.

Riassumendo
  • 8/10
    Racconti di una estate di lettura - seconda parte - 8/10
8/10

Quarta di copertina

Racconto di una estate di letture (seconda parte): un grande giallo di Simenon, un romanzo strappacuore di Backman e un mezzo buco con la Gimenez-Bartlett

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