Una volta mi dicevo “Distopia, portami via”, quando iniziavo a leggere un romanzo appartenente a un genere letterario che mi aveva affascinato parecchio e trascinato con la fantasia in mondi uguali al nostro eppure profondamente diversi.

“Il muro”, attraverso la voce narrante del suo giovane protagonista, mi ha riconciliato con un genere letterario: Lanchester immagina una gran Bretagna futura di un mondo che è stato sconvolto da uno o più eventi non perfettamente declinati ma che hanno certamente a che fare con la crisi climatica e che vanno sotto l’immaginifica definizione de Il Cambiamento. E il modo migliore che l’Union Jack ha trovato per assicurarsi un futuro di sicurezza e prosperità è stato quello di costruire un immenso Muro di 10.000 chilometri sulle sue coste, perfettamente a picco sul mare e quindi particolarmente semplice da difendere. 

Siccome però la storia ci ha insegnato che strutture architettonico-militari anche imponenti non sono sufficienti, ecco che a presidiare il Muro sono chiamati tutti i cittadini britannici di maggiore età, costretti ad un periodo di leva obbligatoria di due anni da trascorrere ai confini del Regno presidiando la solidità del Muro e respingendo – naturalmente a mitragliate – i tentativi di scalarlo per avere accesso all’isola. 

Da una parte, quindi, i Difensori, chiamati a questo ruolo ad un’età in cui – tra l’altro – risultano particolarmente critici verso la generazione precedente alla loro, quella dei loro genitori e soprattutto quella che ha fott*to definitivamente il pianeta. Dall’altra, quelli che vengono definiti semplicemente “Altri”, uomini e donne disperati alla ricerca di una occasione in un contesto che li attrae nonostante mitragliatrici e riflettori posti a difesa di un territorio quasi inespugnabile. 

A rendere ulteriormente tragico il confronto, una chicca ulteriore: in caso di assalto riuscito e di ingresso irregolare nel Paese, un numero equivalente di Difensori – quelli impegnati nel settore violato – saranno trascinati in mezzo al mare e abbandonati ai flutti su una fragile scialuppa… 

Gli aspetti di denuncia sociale e di richiami alla tragica contemporaneità sono talmente evidenti che davvero non serve sottolinearli; impegno qualche riga per aggiungere che i protagonisti del romanzo sono perfettamente disegnati, che l’ambientazione resta (letteralmente, e anche climaticamente) nelle ossa anche ore dopo la lettura e che la struttura narrativa è davvero solida, nonostante un ultimissimo capitolo che mi ha lasciato qualche minima perplessità. 

Consigliato comunque, assolutamente. 

SCHEDA LIBRO
Autore: John Lancester
Titolo: Il muro
Editore: Sellerio
Collana: Il contesto
Pagine: 296
ISBN: 978-8838940798

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Riassumendo
  • 8.5/10
    Distopia, portami via - 8.5/10
8.5/10

Quarta di copertina

Un muro lungo centinaia di chilometri è stato innalzato attorno alla Gran Bretagna. Serve a tenere fuori gli Altri, le moltitudini che arrivano dal mare a caccia di un lembo di terra asciutta, al riparo dal cambiamento climatico che ha modificato la geografia del pianeta. Sul Muro, a pattugliare le coste, ci sono i Difensori, giovani uomini e donne in servizio obbligatorio. Nessuno può sottrarsi alla difesa del paese.

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