Si può essere felici di un piccolo errore? Sì, si può.

E io sono felice di aver comprato impulsivamente L’amore di pietra, perché mi appassionano i racconti dei corrispondenti di guerra (Territorio Comanche, ovviamente la Fallaci, la Aleksievic, eccetera eccetera) e ho fiducia assoluta nei tipi della Keller , e la combinazione delle due informazioni non mi ha fatto eccessivamente approfondire la questione prima di portarlo a casa.

C’è scritto chiaramente, eh, bello grande in copertina: “Una vita CON un corrispondente di guerra”, non “DI un corrispondente di guerra”. Ma lo spaesamento mi è durato il tempo di poche pagine, poi è stata solo lettura (e, lo ridico, le edizioni Keller sono sempre di una bellezza che toglie il fiato).

Grazyna Jagielska raccoglie, in questo racconto intimo ed emozionante, i suoi pensieri, indirizzandoceli nel dialogo con i medici che l’hanno avuta in cura e con un paziente della clinica psichiatrica in cui si è ricoverata, dopo una diagnosi di disturbo post-traumatico da stress. Una diagnosi che ti aspetteresti in un reduce o – ancor più giustificatamente – nel marito, che di guerre ne ha raccontate cinquantatré nei reportage per i giornali polacchi con cui collaborava. E invece…

E invece la guerra è talmente orribile da poterti ferire al cuore anche quando la vivi con gli occhi della persona che ami. Quando il suono del telefono fa sobbalzare perché può portare la notizia finale, quella che ti annienterà, e quando ti accorgi che il ritorno di tuo marito – sempre più spesso rimandato – è insieme desiderato e temuto, perché vorrà dire nuovi racconti, nuovi momenti di terrore, nuovi silenzi carichi di significato.

Per una banale questione di ruolo, mi sono dovuto personalmente confrontare con una figura che nel libro è presente per la sua stessa assenza; ho sentito in alcuni momenti di di doverne prendere le difese, come se questo fosse necessario, e lo scrivo per evidenziare quanto queste pagine hanno inciso nelle mie giornate. Perché in alcune situazioni, come scrive Jagielska, “Il tempo dell’attesa è un tempo strano, fa danni enormi e indelebili, persino se si è capaci di aspettare”. E perché poi, volendo citare i testi che passano per radio e ti fanno canticchiare a bassa voce, e che alla tragicità del conflitto più vicino a noi sono dedicati, “qui non è mai lunedì”.

“L’amore di pietra” è stata una lettura all’inizio fortuita e poi fortunata. Impegnativa, emotivamente struggente, e che perciò lascia qualcosa.

SCHEDA LIBRO
Autore: Grazyna Jagielska
Titolo: L’amore di pietra
Editore: Keller
Pagine: 264
ISBN: 978-8899911331

7.5/10

Quarta di copertina

Cinquantatré guerre. Per Wojciech la pienezza della vita, l’avventura, l’adrenalina e reportage premiati in tutto il mondo. Per Grazyna l’attesa, il desiderio, una paura che paralizza e si trasforma, guerra dopo guerra, in panico. E una diagnosi per disturbi post traumatici da stress, anche se in battaglia lei non c’è mai stata. “L’amore di pietra” è il resoconto umano e doloroso della relazione dell’autrice con il più famoso corrispondente di guerra polacco.

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