C’è stato un tempo in cui “il libro della Nothomb” generava in me una attesa spasmodica prima e un segnale dopo: era “iniziato un altro anno letterario”, che si apriva con la lettura spasmodica del nuovo testo della scrittrice belga (e bastava qualche ora) e si sarebbe poi sviluppato con tanti altri testi che mi auguravo altrettanto intriganti e sconvolgenti.
E c’è stato anche un tempo – ero infinitamente più piccolo – in cui mentre leggevo (a letto, a tavola, sul divano…), mio papà passava, mi sfilava gli occhiali, guardava le lenti in controluce e affermava una roba tipo “ma ci hai tagliato sopra il salame?”. Poi andava a caccia di una pelle per la pulizia, quella che ti regalano con il portaocchiali e che altrettanto rapidamente sparisce, e tornava strofinando prima di ripiazzarmi la montatura sul naso importante che mi ritrovo, e il mondo appariva improvvisamente più colorato, nitido, definito.
Ecco: “Libri da ardere”, “Acido solforico”, “Igiene dell’assassino” e altri testi della Nothomb che ho consigliato e regalato negli anni mi sono sempre apparsi come il mondo visto con gli occhiali appena puliti dal genitore; altri, e “Il libro delle sorelle” ahimè non fa eccezione, mi sono sembrati negli anni più opachi, meno rivelatori, in un dialogo con l’autrice che certamente parla alla mia storia e alla mia biografia, e di cui mi assumo ogni responsabilità di lettore.
Il che non toglie che la Nothomb sia una straordinaria narratrice, che “Il libro delle sorelle” mi abbia comunque tenuto incollato dalla prima pagina al (non del tutto imprevedibile) finale e che l’imponente ed esteticamente gradevole successione dei romanzi sullo scaffale della libreria sia destinato a crescere, eh.
SCHEDA LIBRO
Autore: Amelie Nothomb
Titolo: Il libro delle sorelle
Editore: Voland
Collana: Amazzoni
Pagine: 128
ISBN: 978-8862435178
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Riassumendo
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7.5/10
Quarta di copertina
Nora e Florent vivono un idillio perpetuo. Spinti dagli amici e dalle convenzioni sociali, decidono di avere dei figli. Tristane, la primogenita, nasce nel giro di poco tempo, ma nulla cambia: Florent ha occhi solo per Nora, che lo ricambia. La bimba, dotata e brillante, impara a essere discreta e soffre nel non trovare un posto nella coppia fin troppo affiatata formata dai genitori. La sua solitudine finisce con la nascita della sorellina Lætitia.