Nel fare il giro del mondo letterario può capitare di prendere delle buche, sarebbe stato sorprendente il contrario.
Mi sembrava ci fossero tutte le premesse perché Adibas di Zaza Burchuladze fosse una lettura intrigante (mi appassiona il mio progetto ma non tanto da costringermi a leggere una boiata certa): Adibas prometteva un aggancio con la contemporaneità (a fare da sfondo al romanzo una ipotetica invasione russa di Tbilisi), il prodotto editoriale aveva un suo perché con una curiosa alternanza di scrittura e disegno, la quarta di copertina prospettava un mix ironico e feroce.
Il problema, e mi rendo conto che passerò per un recensore ottocentesco dalla mentalità chiusa accecato dal conservatorismo, è che ho trovato Adibas di una volgarità sconcertante. Pur partendo dal presupposto che prima di affrontare una lettura mi informo, e che Burchuladze è noto (soprattutto in patria) per aver prodotto testi che hanno “scandalizzato”, non ero probabilmente pronto per la gratuità di alcune scene e per le occasioni mancate.
Quella dell’ambientazione è, ad esempio, una enorme occasione mancata: l’idea di tratteggiare il racconto durante una invasione militare che rimane essenzialmente sullo sfondo (non si assiste a combattimenti, i riferimenti sono vaghi, spesso mediati da una radio o una tv che ne racconta gli sviluppi) poteva sviluppare una potenza narrativa di primo piano. Mi spingo a dire che in qualche passaggio la avverti in pieno: il testo vuole proporre continuamente la distanza fra una sorta di “jet set” georgiano e la realtà del mondo, e c’è un momento in cui l’ombra di un cacciabombardiere sorvola una festa in piscina suscitando solo qualche occhiata distratta. E’ un passaggio che mi è rimasto impresso, direi essenzialmente l’unico.
Per il resto, per me è stato inevitabile immaginare l’autore come il ragazzino che dice appositamente le parolacce nei momenti sbagliati, sputa per terra per sentirsi grande, litiga per poter strillare “devi morire” e lancia un sasso nella vetrina di una associazione di volontariato così, giusto perché se ne parli (e male). Con un bel po’ di vuoto dentro.
SCHEDA LIBRO
Autore: Zaza Burchuladze
Titolo: Adibas
Traduzione: K. Tskhadadze
Editore: Meridiano Zero
Pagine: 156
ISBN: 9788882373214
PROGETTI
Giro del mondo letterario: Georgia
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5/10
Quarta di copertina
Tbilisi, 2008. La guerra imperversa in Georgia. I bombardieri di Putin saettano nel cielo. Eppure i cultori del relax, dalla piscina più chic della città, ne avvertono appena il fremito come lieve increspatura sulla superficie dell’acqua. Video su YouTube, slogan pubblicitari, il sorriso del presidente sull’ultimo calendario fotografico ritoccato con Photoshop…