Mentre leggevo Il mago del Cremlino, mi tornava alla memoria un memorabile articolo di Domenico Quirico pubblicato su La Stampa nei giorni immediatamente successivi all’ invasione dell’Ucraina: non ricordo se sia stato proprio il pezzo che ha creato un incidente diplomatico con l’ambasciata russa (è la libertà di stampa baby), ma ricordo bene la definizione di “mediocre” attribuita a Putin che ne marchiava la storia e la personalità.
In un oggetto letterario che è un po’ saggio e un po’ romanzo, Giuliano Da Empoli ci fornisce alcune chiavi per comprendere Putin e – prima ancora – la Russia. Persino profetico, se si considera che è uscito in Francia nel gennaio 2021 e che descrive con precisione quasi inquietante quanto accaduto a febbraio 2022; nel solco del distopico Noi di Zamjatin, che mi attende da un po’ sugli scaffali, Da Empoli comprende e anticipa, e fornisce delle risposte storiche al nuovo imperialismo russo e a quella ricerca di figure forti che ne connota la società.
Bellissimo, divorante e illuminante.
SCHEDA LIBRO
Autore: Giuliano Da Empoli
Titolo: Il mago del Cremlino
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Anno di pubblicazione: 2022
Pagine: 240
ISBN: 978-8804765400
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Riassumendo
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8.5/10
Quarta di copertina
La Russia è “la macchina degli incubi dell’Occidente” e questo romanzo, che è un viaggio alla scoperta della mente genialmente tortuosa di uno stratega del Cremlino, ci porta al cuore di quella macchina e di quegli incubi. Nel corso di una lunga notte, Vadim Baranov, l’uomo conosciuto come “il mago del Cremlino”, racconta gli uomini e le vicende che hanno accompagnato la trasformazione di un anonimo funzionario del KGB nell’inesorabile Zar di oggi.