Allora, usciamo dall’imbarazzo e diciamocelo subito: la scrittura di David Peace nei suoi libri ambientati nella Tokio post capitolazione giapponese può sembrare delirante. E in parte, anche questo va ammesso, lo è. Provo una stima clamorosa per Marco Pensante e per la sua opera di traduzione, che deve essere stata una via di mezzo fra un viaggio all’inferno e una fatica ercoliana. Stima.

Probabilmente ancora di più che con Tokio anno zero, primo romanzo della trilogia e probante prova di lettura anche per i più scafati, sorgerà la tentazione di lasciar perdere: si riducono (forse) di un po’ onomatopee e flussi di coscienza tradotti in frasi prive di punteggiatura che avevano contraddistinto quella lettura, ma sorge un filone stretto parente del paranormale che fa un po’ da cornice al romanzo. Al centro, un attentato-rapina (realmente accaduto) in una banca compiuto con un composto chimico e un approfondimento storico sullo sviluppo di armi batteriologiche negli anni Quaranta su sponda giapponese ed americana, una indagine poliziesca ed una più tangenziale alla spy sory, i faticosi racconti di una sopravvissuta e uno stile narrativo che mescola brani di lettere, pagine di diario, interventi giornalistici, racconti in prima e in terza persona, il tutto senza soluzione di continuità e in una sorta di puzzle di cui si fa fatica a ricostruire immagine di partenza.

Una città – e una nazione – ancora scioccata da una sconfitta storica e inaspettata e il confronto fra culture distanti anni luce fanno da sfondo alle pagine più faticose che leggerò quest’anno (ne sono piuttosto sicuro). Ma non ho dubbi sul fatto che sia valsa la pena affrontarle.

SCHEDA LIBRO
Autore: David Peace
Titolo: Tokio città occupata
Traduzione: M. Pensante
Editore: Il Saggiatore
Collana: Omnibus
Anno di pubblicazione: 2010
Pagine: 361
ISBN: 978-8842816416
Prezzo (Amazon.it, 15% sconto): cartaceo copertina flessibile: € 16,15, ebook € 10,99

  • 7.5/10
    Faticoso, complesso, a tratti onirico. MA consigliato. - 7.5/10
7.5/10

Riassumendo

Tokyo, 1948. Anno del Ratto. Portatore di malattia, il topo governa la città occupata due volte: dalle truppe del generale americano Mac Arthur, insediato dopo la resa giapponese, e da fantasmi inquieti. Tokyo. Un altro anno del Ratto. Uno scrittore corre ansimando nella notte, gli occhiali rotti, i pantaloni infangati. Fra le sue braccia gli appunti di un libro che non vuole farsi scrivere. Sta correndo verso la Porta Nera.

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