Quando penso alla parola “reportage”, mi vengono alla mente la Fallaci, Domenico Quirico, l’indimenticabile Territorio Comanche di Perez-Reverte, Paul Auster che racconta sulla prima pagina della Stampa di quest’anno cosa sia stato l’11 settembre. Da oggi, da poche ore direi, alla parola reportage dovrò necessariamente associare anche Autunno tedesco, raccolta di articoli di un giovane (che anziano non diventerà mai) Stig Dagerman. 

Dagerman suscita emozioni che credo abbiano profondamente a che fare con il concetto di colpa e di perdono. E’ in qualche modo inevitabile, se si considera che Autunno tedesco raccoglie i suoi pezzi da inviato nella Germania dell’immediato secondo dopoguerra. Credevo di aver letto molto su quel periodo, di aver capito come si potesse sviluppare un senso di colpa collettivo e come – in qualche modo misterioso che ha a che fare con la coscienza umana – se ne potesse conservare il ricordo, in un tentativo che sta a metà strada fra l’anestesia e lo sviluppo di potenti anticorpi. L’ordine del giorno di Eric Vuillard è un buon esempio in tal senso. Dagerman, direttamente dalle macerie di Amburgo o Berlino, sceglie una strada del tutto diversa: si affida alla sua umanità, che gli impedisce di osservare come se fossero “colpevoli” persone costrette a frugare nella spazzatura in cerca di cibo, famiglie sguazzare nell’acqua alta fino alle ginocchia nelle cantine in cui dormono, giovani che non hanno mai conosciuto altra forma politica che non fosse tirannica rimpiangere i bei giorni andati. Sono parallelismi che fanno rabbrividire: nelle carrozze dei treni merci in cui vivono ammassati i profughi delle città tedesche rase al suolo dagli Alleati è impossibile non avvertire l’eco dei treni piombati che trascinavano un popolo intero verso i lager, nella descrizione di spazi minuscoli in cui vivono dozzine di persone mi tornano alla mente le celle di detenzione della Risiera, ed è un ricordo che fa lacrimare gli occhi. 

Dagerman non se lo domenda neanche se “possiamo perdonarli”: non riconosce in quei visi affilati traccia di colpa, e racconta con parole precise, frasi che ti colpiscono al petto e sguardo da vero reporter una verità amara che tutti conosciamo e che di tanto in tanto tendiamo a dimenticare: che non c’è nessuno che esce davvero vittorioso o sconfitto da una guerra, e che le lacrime che bagneranno il terreno annerito dalle fiamme delle bombe incendiarie non sono mai quelle dei potenti di turno.  

Autunno tedesco è un libro magnifico, un reportage che coniuga perfettamente storia e sociale, come solo ai grandi può riuscire davvero. 

 

SCHEDA LIBRO
Autore: Stieg Dagerman
Titolo: Autunno tedesco
Editore: Iperborea
Collana: –
Anno di pubblicazione: 2018 (prima edizione 1946)
Pagine: 159
ISBN: 978-8870914894

Acquisto: Amazon.it : cartaceo copertina rigida € 15,20, ebook: € 8,99

Riassumendo
  • 8.5/10
    Reportage di livello altissimo - 8.5/10
8.5/10

Quarta di copertina

Mentre le testate di tutto il mondo offrono il ritratto preconfezionato di un Paese distrutto, che paga a caro prezzo gli orrori che ha seminato e dal quale si esige un’abiura convinta, Dagerman, libero da ogni pregiudizio ideologico e rifiutando ogni generalizzazione o astrazione dai fatti concreti e tangibili, si muove fra le macerie di Amburgo, Berlino, Colonia…

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