Parafrasando le telecronache (e un saggio) del magnifico Flavio Tranquillo, potremmo salutare questo nuovo giallo di Gianrico Carofiglio esclamando: “Altro libro, altro giro, altro regalo”.
Dopo le avventure (indimenticabili) di Guido Guerrieri e quelle, certamente intriganti, di Pietro Fenoglio, Carofiglio si misura in un romanzo con io narrante al femminile, e che protagonista! Penelope Spada è una ex p.m. (la venatura relativa alla magistratura è il tocco dello chef) che mangia alimenti ipersani ma beve-fuma-prendepsicofarmaci, appare forte e risoluta ma vive di delicate fragilità, sembra impermeabile alle emozioni ma si commuove.
La solida trama gialla vira verso il finale con un indovinello che conoscevo (e che mi ha fatto fare un saltino sulla sedia, perché non avevo immaginato); la scrittura di Carofiglio è quella di una grande penna, che non disdegna citazioni (fra cui ne troneggia una da specialisti gucciniani) e che si muove sul sottile confine fra la realtà vissuta nella sua esperienza da magistrato e una finzione che più vera non potrebbe essere. E giova, complessivamente, anche l’ambientazione milanese, non soltanto per chi riconoscerà le fermate della metro (c’è anche Turro!) ma perché ne viene interpretata l’anima come solo al mitico Biondillo avevo visto fare.
A chi ha amato e ama Carofiglio può far storcere il naso solo la lunghezza:a qualcuno potrà apparire quasi un racconto lungo più che un romanzo, ma introduce una protagonista nuova (e la attendiamo!) e – credetemi – l’apparente brevità è decisamente legata alla rapidità con cui ti bevi La disciplina di Penelope.
Nota finale di merito a Mondadori per la copertina: splendida ed evocativa.
SCHEDA LIBRO
Autore: Gianrico Carofiglio
Titolo: La disciplina di Penelope
Editore: Mondadori
Collana: Il Giallo Mondadori
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 192
ISBN: 978-8804726739
Prezzo (Amazon.it, 15% sconto): cartaceo: € 15,67, ebook: € 9,99
Riassumendo
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7.5/10
Quarta di copertina
Penelope si sveglia nella casa di uno sconosciuto, dopo l’ennesima notte sprecata. Va via silenziosa e solitaria, attraverso le strade livide dell’autunno milanese. Faceva il pubblico ministero, poi un misterioso incidente ha messo drammaticamente fine alla sua carriera.