Sarà che è cominciato X Factor ma sono un paio di giorni che mi si affacciano alla mente solo metafore musicali. Mi è successo perfino con l’ultimo Lansdale (Jane va al nord), terminato in questi sfortunati giorni di zona rossa milanese.

Festeggio sempre le nuove uscite di Lansdale: è un amore che si perde nel tempo e nelle prime pubblicazioni in Italia nelle diverse case editrici. Attendo un nuovo romanzo come una volta si attendeva il disco nuovo del tuo cantante di riferimento (oggi immagino si attenda il nuovo singolo in streaming, boh, sono un amante del cantautorato italiano meno avvezzo a queste logiche).

E come capitava allora, magari al primo ascolto, c’è sempre il pezzo che non ti convince, quello che quando ti porti il CD in macchina salti senza troppe remore. Ecco, in una immaginaria compilation di tutto-Lansdale-tutto, sono piuttosto convinto che salterei Jane va a nord.

Mi sono mancati i momenti in cui scoppiavo a ridere (sempre-sempre presenti nei romanzi di Hap & Leonard), mi è mancata una trama noirissima ma sensata nel suo dipanarsi, mi è mancata quella capacità di andare oltre il personaggio e lo stereotipo di genere (sempre presente ma coscientemente reso parodia) trasformando protagonisti cartacei in uomini e donne capaci di una profondità reale.

Poi, oh, magari non ci ho capito niente io e da qualcuno sarà opportunamente celebrato, ma nel mio piccolo mi ritrovo a cliccare senza troppo dispiacere il tasto “skip”.

SCHEDA LIBRO
Autore: Joe R. Lansdale
Titolo: Jane va a nord
Editore: Mondadori – Strade blu
Pagine: 200
ISBN: 978-8804731733

6.5/10

Quarta di copertina

Jane ha perso il lavoro in lavanderia a causa di una bustina di ketchup che ha dimenticato di togliere dalle tasche di un capo prezioso e le sue prospettive per il futuro sono decisamente scarse. Come ciliegina sulla torta, la sorella minore, che vive a nord e con cui non va d’accordo, l’ha invitata al suo matrimonio, anche se Jane sospetta che l’abbia fatto sicura che lei non avrebbe partecipato…

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