Diciamolo: raramente le biografie di protagonisti del mondo dello sport sono indimenticabili dal punto di vista letterario. Forse l’unica eccezione è il celeberrimo Open di Andrè Agassi, ma lì c’è lo zampino di J. R. Moehringer, uno che ha vinto un Pulitzer e scritto un romanzo che avevo trovato pessimo (ma sicuro non ho capito io).
Clamoroso, l’autobiografia di Gianmarco Pozzecco, non è Open e probabilmente non sarà recensito da Baricco e Piperno. Però è un libro dignitoso, che presenta con verità uno dei migliori personaggi della nostra pallacanestro (in diversi ruoli, possiamo dire oggi!) e lancia persino dei messaggi certamente positivi a chi vi si accosta pensando al solo “personaggio” Pozzecco. Andando ben oltre il sopra-le-righe grazie al quale il Poz è noto e certamente amato, intendo.
Oltre alle inevitabili pagine triestine che non possono che muovere qualcosa dentro di me, c’è un assunto base di professionalità che magari non ti aspetteresti. C’è la storia di uno del fisico tutto sommato normale che primeggia in uno sport di marcantoni, ci sono una passione infuocata per quel-che-fai che mi ha fatto un gran bene, ci sono le piccole o grandi sciocchezze fatte da ragazzino raccontate dalla voce di un adulto diventato Uomo. Coerente, trasparente, sincero, stimabile.
SCHEDA LIBRO
Autore: Gianmarco Pozzecco con Filippo Venturi
Titolo: Clamoroso. La mia vita da immarcabile
Editore: Mondadori
Pagine: 276
ISBN: 978-8804724544
Riassumendo
“la mia droga è stata sempre fare il culo a tutti su quel parquet che fa 15 per 28. Io mi sono divertito in quel rettangolo, e quello che facevo lì dentro mi ha concesso una vita a dir poco clamorosa.”