Sull’orribile, meschina, tragica vicenda umana di Adolf Eichmann tanto si è scritto, a partire dall’indimenticabile La banalità del male di Hannah Arendt al recentissimo Dove inizia la notte di Stefano Massini che tanto mi aveva convinto questa estate. Mi permetto di aggiungere Mossad di Michael Bar-Zohar e Nissim Mishal che, con taglio certamente più legato allo spionistico, racconta le operazioni coperte del più efficace servizio segreto del mondo inclusa naturalmente l’operazione di cattura di Eichmann in Argentina.

Ariel Magnus, pur partendo da un ingaggio assolutamente personale che emerge in chiusura del volume, ha scelto di provare a raccontare il periodo intermedio: quello in cui Eichmann, dopo essere fuggito dall’Europa e aver assunto una serie di identità, diventa Ricardo Klement, cittadino argentino inevitabilmente innestato nella (tendenzialmente nostalgica) comunità tedesca.

E’ un racconto che suscita emozioni contrastanti, perché Magnus decide di mostrarci un Eichmann tutto sommato ordinario: un uomo che si dispiace di non essere riuscito a comprare i fiori per la moglie in arrivo in aeroporto o che passeggia per le vie argentine godendosi le architetture locali. Un protagonista, insomma, perfettamente opposto al Maximilien Aue de Le benevole di Jonathan Littell, che assumeva le forme dell’orrore più profondo.

E’ una sorta di avvicinamento alla componente umana di un personaggio orribile che trova il suo compimento e il suo sento nelle pagine finali del volume: lì, verrebbe da dire finalmente, comprendiamo che gli anni argentini di Eichmann, la sua vita prima di quel “mumentito” con cui fu bloccato da una squadra istraeliana, sono stati una gigantesca, incredibile, assurda, incomprensibile finzione.

SCHEDA LIBRO
Autore: Ariel Magnus
Titolo: L’esecutore
Editore: Guanda
Pagine: 256
ISBN: 978-8823527133

7.5/10

Riassumendo

Nella Buenos Aires del 1952 Ricardo Klement attende l’arrivo della moglie e dei figli dalla Germania. L’evento tanto sperato coincide con la morte di Evita Perón, e l’intera Argentina è in lutto… Ma Ricardo non è un marito e un padre qualunque: è Adolf Eichmann

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