Non mi ero mai reso conto che la definizione di talento derivasse proprio dalla parabola evangelica: mi ero immaginato due storie etimologiche separate, e invece c’è un collegamento che ho trovato immediatamente meraviglioso. Il talento come qualcosa che – in fondo – ti viene regalato, ma che è peccato mortale non saper far fruttare, mantenere intatto e non accresciuto per pigrizia o paura.

Ci sono arrivato grazie a La caduta dei campioni, una raccolta di scritti giornalistici curata da L’ultimo uomo, rivista letteraria online che coniuga sport, qualità letteraria e oggetti narrativi a metà tra la graphic novel e l’inchiesta che sono tutti da scoprire da scoprire (per chi mi sta leggendo sul sito con l’aiuto dei link, il pezzo di Emanuele Atturo sui bomber di provincia è creativamente meraviglioso).

La caduta dei campioni racconta le storie di chi, baciato dal dono di un talento cristallino, lo ha sepolto e si è fermato, un attimo dopo aver raggiunto la gloria e un istante prima del potersi eternare nella storia del suo sport. Alcune sono storie certamente note (Cassano, George Best, Pantani, l’indolente Bargnani che a noi cestisti aveva fatto sperare in un futuro azzurro ricco di trofei), altri sono meno noti al grande pubblico, tutti sono assolutamente godibili.

Le pagine dedicate a “Gazza” Gascoigne le ho già lette un paio di volte: se superate l’aneddotica spicciola, come ha fatto mirabilmente Fabrizio Gabrielli, e scavate un po’ di più, vi si aprirà un mondo che riguarda tantissimo ognuno di noi, le nostre fragilità, le nostre speranze, il confine sottile fra il conoscere il proprio limite ed il volersi accontentare.

SCHEDA LIBRO
Autore: Autori vari – a cura de “L’Ultimo Uomo”
Titolo: La caduta dei campioni
Editore: Einaudi
Pagine: 191
ISBN: 978-8806246235

7.5

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Riassumendo

al centro di questo libro ci sono le traiettorie di dieci promesse dello sport che hanno sprecato o svilito la propria classe cristallina, raccogliendo molto meno di quanto avrebbero potuto.

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