Nel Sabatini-Coletti, il Male è definito come “Tutto quanto si oppone al bene, alla virtù, alla morale, all’onestà”. Ed è difficile, direi quasi impossibile, selezionare una definizione più calzante per quella orribile esperienza storica che è stata il nazionalsocialismo. Rileggete con attenzione: tutto quanto si oppone al bene, alla virtù, alla morale, all’onestà. Mi sembra perfetto.

Nel mio immaginario, un riassunto altrettanto perfetto del Male è nei versi di Lager di Francesco Guccini (Metropolis, 1981): “Cos’è un lager? Son recinti e stalli di animali strani / Gambe che per anni fan gli stessi passi / Esseri diversi, scarsamente umani / Cosa fra le cose, l’erba, i mitra, i sassi / Ironia per quella che chiamiam ragione / sbagli ammessi solo sempre troppo dopo / Prima sventolanti giustificazione / Una causa santa, un luminoso scopo”.

Anni dopo, fu La banalità del male di Hannah Arendt ad aggiungere ulteriore significato al termine, in una lettura che ricordo ancora come assolutamente necessaria e altrettanto illuminante.

Questa estate, devo ringraziare Stefano Massini per aver immaginato, in questo atto unico dialogato perfettamente teatrale, un dialogo fra la Arendt ed Eichmann, traendo spunti e considerazioni dal libro già citato e dalle deposizioni del criminale di guerra tedesco. Un libro da leggere, rileggere, sottolineare: per ricordarci che quella noce oscura e malefica in fondo la portiamo un po’ tutti nello stomaco, fosse anche solo perchè “L’unico modo che abbiamo per toglierci una colpa è pensare che era tutto già deciso. Da altri, non da noi. E se non ci sono altri, allora diciamo “lo voleva il destino, era scritto”. L’essere umano fa questo in fondo, da sempre: si toglie dalle spalle il peso.”

SCHEDA LIBRO
Autore: Stefano Massini
Titolo: Eichmann. Dove inizia la notte. 
Editore: Fandango Libri
Pagine: 114
ISBN: 978-8860446596

8.5/10

Riassumendo

Dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme, dagli atti del processo, dalla storiografia tedesca ed ebraica oltre che dai saggi di Hannah Arendt, Stefano Massini trae questo dialogo.

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