La prima volta che ho buttato l’occhio su Quo vadis, baby? era il 2005, ma poi ho scoperto che stava per uscire il film “tratto da” e siccome non mi piace leggere il libro mentre sta uscendo il film, Quo vadis, baby? è rimasto lì. 

La seconda volta che ho buttato l’occhio su Quo vadis, baby? era il 2008, ma poi ho scoperto che stava per uscire la serie tv “tratta da” e siccome non mi piace leggere il libro mentre la serie sta andando in tv, Quo vadis, baby? è rimasto lì.

Dopo essermi assicurato che non fossero in preparazione spettacoli teatrali o produzioni di cartoni animati, ho letto Quo vadis, baby? comprendendo istantaneamente perché abbia avuto una notevole presa sui registi: la protagonista – investigatrice privata normalmente a caccia di mariti infedeli e improvvisamente invischiata nell’indagine sulla morte della sorella – ha uno spessore gigantesco, la colonna sonora del romanzo (si! Anche solo leggendo) è memorabile e l’intreccio “giallo” è soltanto l’innesco di un libro che racconta solitudine, fragilità, incertezze e sentimento in ognuna delle sue pagine. Un classico noir nella più moderna delle accezioni: quella capace di rappresentare, a tinte scurissime, una umanità fragile e disincantata.

Valeva la pena aspettare: Grazia Verasani mi ha conquistato e io ho tardivamente messo in wishlist i successivi episodi della serie (si, ho un sacco di serie “aperte”, ma questa è – ancora una volta – un’altra questione). 

SCHEDA LIBRO
Autore: Grazia Verasani
Titolo: Quo vadis, baby?
Editore: Feltrinelli (Universale economica. Noir)
Pagine: 187
ISBN: 978-8807883651

8/10

Riassumendo

Giorgia Cantini passa le sue notti nei locali dove si suona jazz e si beve sino al mattino. È single, quarantenne, tormentata dal dubbio di aver sprecato la propria vita. È un’investigatrice privata, costretta a frugare le ombre di una città come Bologna che sa nascondere bene i propri segreti, piccoli e grandi. Sarà una scatola da scarpe piena di lettere a cambiare la sua vita, lettere di Ada, la sorella “bella”, partita per la Capitale in cerca di fortuna come attrice e finita suicida sedici anni prima. 

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