L’omonimo è uno di quei romanzi che ho occhieggiato spesso e per un motivo o per l’altro son sempre rimasti lì. Credo che il mio timore dipendesse fondamentalmente dalla scarsa attrazione che hanno avuto su di me alcuni romanzi tratteggiati dalla critica come capolavori per il solo fatto di aver raccontato storie di emigrazione in continenti diversi e avversi, e che si erano rivelati in realtà una gran palla. E L’omonimo aveva l’aggravante, da questo punto di vista, di comparire nella lista dei 1001 libri da leggere…
Ora, io non so se si debba classificare L’omonimo nella schiera dei cosiddetti “romanzi sociali” o se sia più adatto l’inserimento tra i “romanzi di formazione”. Quello che so è che si tratta di un romanzo dotato di una sua potenza, di una sua voce perfettamente comprensibile e riconoscibile, e francamente – maledetti pregiudizi – non me lo sarei aspettato.
La storia di Gogol – figlio di emigrati indiani negli States, nome impegnativo che deriva da un episodio tragico nella vita del padre – è forte e viva bel oltre la letteratura: uno di quei protagonisti a cui pensi durante la giornata, magari mentre stai lavorando e aspetti si faccia sera per rimettere gli occhi sulle pagine e scoprire se quell’amore sia definitivo o meno.
L’omonimo racconta soprattutto le emozioni di un uomo: spiega perfettamente la nostalgia di chi ha due case e non è mai del tutto soddisfatto del luogo in cui si trova, mostra la frustrazione di un fallimento che diventa un simbolo per una intera comunità, dipana il velo di un conflitto identitario che non potrò mai capire pienamente ma che – forse per la prima volta – mi ha del tutto affascinato. E persino commuove, in almeno un paio di passaggi che una volta avrei affrontato col cinismo del lettore forte che capisce la necessità dell’autrice di dare una svolta a un rapporto, ma che oggi – più innamorato ancora della letteratura – mi hanno crepato il viso.
L’omonimo mi ha convinto un sacco, e quindi non guarderò MAI il film che ne hanno tratto.
SCHEDA LIBRO
Autore: Jhumpa Lahiri
Titolo: L’omonimo
Editore: Guanda
Collana: Le Fenici Tascabili
Pagine: 342
ISBN: 978-8823519176
PROGETTI
La lista dei 1001 libri da leggere
n. 972 – L’omonimo di Jhumpa Lahiri
Letti: 113
Da leggere: 888
Riassumendo
Vede la morte in faccia, Ashoke Ganguli, una notte d’ottobre, in India, quando il treno deraglia, i vagoni si accartocciano in un lampo. Lo salva il racconto che sta leggendo nell’attimo dell’incidente: Gogol, Il cappotto.