Sono di nuovo in ritardo (clamoroso) con le recensioni rispetto a quanto letto, ma questa valeva la pena raccontarla subito. Sì, perchè In fondo alla palude di Joe R. Lansdale rischia di assomigliare a un instant book se letto in questo periodo di manifestazioni e rivendicazioni dell’uguaglianza e dei basilari diritti umani.
Il tema razziale – e più in generale, quello della discriminazione – è sempre particolarmente presente nei romanzi di Lansdale: si pensi all’irresistibile coppia di investigatori composta da Hap (bianco) e Leonard (nerissimo e omosessuale), rappresentati in un Texas contemporaneo che non sembra troppo diverso da quello che faceva il tifo per i confederati.
In fondo alla palude, parimenti ambientato in Texas ma in un’epoca ancora più oscura, rimane in questo solco: Harry e Tom sono i due figli di un uomo bianco negli States della piena Depressione. Un uomo che fa le veci di uno sceriffo in una comunità troppo piccola per prevederne una e che è osteggiato da gran parte dei concittadini in quanto “amico dei neri”.
Tra le indagini su una serie di omicidi – di cui viene inevitabilmente accusato un nero – e una visita del KKK, emergerà una verità scomoda e (per i meno avvezzi al genere) anche piuttosto imprevedibile. Il tutto nella cornice che più amiamo di Lansdale: personaggi vivi che sembrano uscire dalle pagine, sentimenti puri, umanità complessa in cui nulla è mai del tutto bianco o nero.
SCHEDA LIBRO
Autore: Joe R. Lansdale
Titolo: In fondo alla palude
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Pagine: 315
ISBN: 978-8806240455
Riassumendo
Harry ha undici anni e passa gran parte delle giornate, come tutti i ragazzini di quell’età, a pescare sulle rive del fiume Sabine e a scorrazzare per i boschi insieme all’amato cane Toby e la sorella Tom. Sono tempi duri, c’è la Depressione, ma a lui non serve molto altro per essere felice. La sua vita però cambia quando scopre il cadavere martoriato di una donna nera nelle acque della palude.