Qualityland è un romanzo furbo, furbissimo: con una trama che sembra scritta appositamente per diventare un film (o una serie TV) di successo, un protagonista che non può che generare infinita empatia e una serie di trovate davvero azzeccate. Oggettivamente divertente, sufficientemente strutturato per accompagnarti verso il finale fra qualche colpo di scena e una ambientazione futuristica (ma forse non troppo) che un po’ ti affascina e un po’ crea repulsione.

Ma non è tutto qui: nei giorni della lettura e in quelli immediatamente successivi, mi sono sorpreso a citare Qualityland commentando una notizia, raccontando il sistema economico digitale e le sue peculiarità (Gelateria A e Gelateria B, leggete il punto che val la pena) e condividendo alcune delle domande sul futuro che ci attende che inevitabilmente sorgono. L’ultimo esempio è di pochi minuti fa: il Vaticano ha presentato ieri con IBM e Microsoft il documento “Rome Call for Ai Ethics”, redatto a favore di una visione etica dell’Intelligenza Artificiale. (link: https://www.wired.it/attualita/tech/2020/02/28/intelligenza-artificiale-etica-vaticano-microsoft-ibm/, https://www.lastampa.it/focus/2020/02/25/news/dacci-oggi-un-etica-per-i-robot-1.38512282)

E’ evidente come un romanzo nato (anche) con una operazione commerciale intelligente (si pensi alle sue due versioni, per ottimisti e per pessimisti) si sia rivelato qualcosa di più, con un richiamo all’immenso Douglas Adams e un profumo di Benni in sottofondo. In tutta sincerità, mi sento di consigliarlo, perché a un fronte intrattenitivo che funziona davvero bene unisce una serie di spunti di riflessione utili in questa era di passaggio e di velocità impensabili.

SCHEDA LIBRO
Autore: Marc-Uwe Kling
Titolo: Qualityland
Editore: Feltrinelli – I narratori
Pagine: 368
ISBN: 978-8807033797

7.5/10

Riassumendo

QualityLand è un paese dove domina la qualità, e la tecnologia risolve ogni problema. I robot aiutano nelle faccende domestiche e sul lavoro, senza nemmeno doverglielo chiedere, e quando hanno anche solo un difettuccio, be’, si demoliscono e se ne acquistano di nuovi. 

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