Il 2019 ha evidenziato – principalmente grazie a una serie Tv davvero ben costruita – il ritorno di Chernobyl (o Černobyl’, a scriver si voglia) nell’immaginario e nella cultura popolare collettiva. L’editoria non è naturalmente rimasta neppure un passo indietro: sono usciti o sono stati riediti resoconti storici (ottimo, a mio parere, Mezzanotte a Cernobyl’ di Adam Higginbotham per Mondadori, che ho divorano in meno di tre giorni), raccolte di saggi, persino trattati scientifici (alcuni dei quali di difficile approccio).
Keller, nella sua linea editoriale e grafica pulita e affascinante che mi conquista ogni giorno di più, si è affidata a Markijan Kamyš (e alla traduzione di Alessandro Achilli) nel suo Una passeggiata nella zona per guidarci nella Chernobyl di oggi con un punto di vista totalmente inedito: Kamyš è uno dei cosiddetti “esploratori illegali”, persone – direi personaggi – che trascorrono del tempo nella zona di esclusione non attraverso le visite guidate (fatevi un giro su Instagram selezionando Chernobyl nella ricerca luoghi e vi si aprirà un mondo), ma in maniera totalmente non accompagnata e altrettanto non autorizzata.
E’ un racconto straordinario, molto oltre il reportage. Direi a metà fra Kerouac e Bukowski, fra il romanzo di formazione di chi ha vissuto Chernobyl come riflesso della sua esistenza e il racconto di una ricerca forse alienata ed alienante, probabilmente incomprensibile a noi che viviamo (anche felicemente!) la nostra normalità, ma di certo affascinante.
SCHEDA LIBRO
Autore: Markijan Kamyš
Titolo: Una passeggiata nella zona
Editore: Keller – Razione K
Pagine: 160
ISBN: 978-8899911492
Riassumendo
Černobyl’ dopo Černobyl’ – oggi – come nessuno l’ha raccontata! In parte reportage, in parte memoir, in parte racconto di formazione e in parte nuova e insolita geografia letteraria. Una corsa umanissima e a perdifiato nella Zona di esclusione tra momenti di luce e tenebra, leggerezza e toccante profondità. Markijan Kamyš è uno scrittore ucraino nato nel 1988. Il padre era uno dei cosiddetti “liquidatori” di Černobyl’, fisico nucleare e ingegnere dell’istituto per la Ricerca nucleare di Kiev, morto quando Kamyš aveva quindici anni. Dopo aver studiato Storia all’Università nazionale Taras Ševčenko, si è dedicato alla scrittura e alla scoperta della Zona di esclusione di Černobyl’ come esploratore illegale, trascorrendovi, in totale, molti mesi. Un testo abbacinante.