(qui siamo sotto Tachipirina. A Natale. Entrambi.)
E’ un po’ che penso a quale recente lettura piazzare sotto un immaginario albero di Natale virtuale: ci voleva qualcosa di sorprendente, magari non eccessivamente noto, adatto anche a quel misto di dolcezza e malinconia dell’anno che se ne va.
Poi, la settimana scorsa una congiuntura favorevole di eventi ha fatto precipitare sotto le mie pupille L’isola dei senza memoria di Yoko Ogawa, e gli ultimi dubbi si sono dissolti. Ed eccoci qui: L’isola dei senza memoria è il consiglio-regalo che voglio lasciarvi.

La trama è – prendendo il termine in una larga accezione – distopica e volutamente sospesa nel tempo e nello spazio: la quarta di copertina, per una volta perfetta, recita “In un tempo non precisato, su un’isola senza nome, l’intera popolazione progressivamente smette di ricordare”. La chiave sta in quel “progressivamente”: non è una amnesia completa e universale, ma una successione di piccole scomparse. “Che cos’erano le fotografie e i francobolli, cosa i frutti del bosco e le caramelle? Che cos’era il suono del carillon, cosa il profumo delle rose? Dimenticati.”
La protagonista è una scrittrice, e il romanzo che sta scrivendo è una storia nella storia; e quando anche la letteratura scompare dalla memoria, e i libri vengono dati alle fiamme (la Memoria collettiva, direi ripensando a momenti tragici del nostro patrimonio storico), il suo resistere unisce ricordo e civiltà, umanità e vita.
Non aspettatevi un libro dalla trama incalzante, ma una scrittura delicata che nelle sue pagine migliori ricorda inevitabilmente Murakami. L’ho amato, e quindi lo regalo qui, come un consiglio sotto l’albero . Buon Natale!
Quarta di copertina
In un tempo non precisato, su un’isola senza nome l’intera popolazione progressivamente smette di ricordare. Come per un’inspiegabile epidemia della memoria, sparisce l’idea di qualcosa, quindi sparisce la cosa stessa. Un giorno dopo l’altro, l’epidemia colpisce tutto e tutti.