Non ho letto moltissimi Simenon. Credo derivi dal desiderio – cresciuto e compreso in particolare negli ultimi anni – di spaziare fra generi, letterature, autori diversi. Mi conosco, so che mi innamorerei – in parte è già accaduto – di Maigret e il rischio di dedicarmici con una continuità famelica e quasi quotidiana è troppo alto.
Per il giro del mondo letterario (fermata Belgio) e anche per la lista dei 1001 libri da leggere, mi ero goduto qualche anno fa Il crocevia delle tre vedove, ovviamente maigrettiano. Ricordo che mi aveva colpito un aspetto, che ho ritrovato fortemente in questo Marie la strabica, che non fa parte dell’infinita schiera di romanzi dal protagonista con la pipa: Simenon stato un genio assoluto sotto diversi aspetti, tra i quali l’arte – complicatissima – di saper dosare e raccontare con i silenzi.
Anni fa, qualcuno mi raccontò di un’etimologia del termine silenzio che ancora ricordo: aveva a che fare con “exilium”, attraverso quella che Google mi ricorda essere una inversione sillabica. Ecco, il rapporto fra le due protagoniste di questo torbido romanzo sta da quelle parti, in un allontanamento del tutto cosciente da una relazione e da una amicizia vera, infrantasi nei silenzi del non detto.
Marie la strabica non sarà graziato da un finale indimenticabile, e non è probabilmente all’altezza dei suoi migliori romanzi. Ma i silenzi di Simenon, oh, i silenzi di Simenon!
SCHEDA LIBRO
Autore: Georges Simenon
Titolo: Marie la strabica
Editore: Adelphi (Biblioteca Adelphi)
Pagine: 192
ISBN: 978-8845933929
Prezzo (amazon.it, 15% sconto): cartaceo con copertina flessibile: euro 15,30 – ebook euro 9,99
Quarta di copertina
Sylvie ha diciassette anni ed è bella, procace, impudica; ha un seno magnifico, che eccita gli uomini, e prova piacere «a guardarselo, ad afferrarlo a piene mani». Marie, che ha un anno più di lei, è brutta e strabica, timida e spaurita; a scuola le compagne «le giravano alla larga, dicevano che aveva il malocchio».