Sempre più frequentemente mi capita di sottolineare come Colson Whitehead rappresenti al meglio la letteratura contemporanea americana al suo meglio. Mi capita con scarsissima frequenza di rimandare la lettura di un romanzo per non vivere la sensazione dell’averlo già letto e non poterci rimettere lo sguardo sopra con il candore della prima lettura: da un paio di anni mi sta capitando con La ferrovia sotterranea dello stesso Whitehead, che infatti non ho ancora iniziato ed è lì, ad attendere che trovi il coraggio di iniziarlo (per poi finirlo, ahimè).

Con I ragazzi della Nickel non ho avuto la stessa capacità. Merito anche di una splendida edizione, con tanto di segnalibro in stoffa come non ne vedevo da anni e di copertina infinitamente attrattiva. Ho pensato di provare a darci un occhio e patapam, I ragazzi della Nickel è finito e io vorrei tornare al candore della prima lettura etc etc etc (visto?).

Perché se è vero che tra le caratteristiche dell’ottimo romanzo c’è la capacità di far diventare il lettore parte integrante dello stesso, I ragazzi della Nickel risponde perfettamente alla descrizione. Leggi e (letteralmente) diventi Elwood, ragazzino afroamericano dal passato complesso e dal presente che sembra finalmente rivelare qualche sprazzo di luce, fino a quando non accade ciò che non vorresti (e che ti fa letteralmente infuriare) e tutto diventa più complicato di prima.

Whitehead ha una capacità sovrumana di spaziare fra i generi letterari mantenendo una voce unica e nettamente distinguibile, ma regala il meglio quando affonda le sue trama nella storia e le rende contemporanee. E’ un talento da pochi.

SCHEDA LIBRO
Autore: Colson Whitehead
Titolo: I ragazzi della Nickel
Editore: Mondadori (Scrittori italiani e stranieri)
Pagine: 216
ISBN: 978-8804713227
Prezzo (amazon.it, 15% sconto): cartaceo con copertina cartonata: € 15,72, ebook 9,99

8.5/10

Quarta di copertina

Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche nell’enclave nera di Frenchtown (Tallahassee) ed Elwood Curtis, un ragazzino abbandonato dai genitori e cresciuto dalla nonna, assimila tutte le massime e gli insegnamenti di Martin Luther King. Pieno di talento e molto coscienzioso, sta per iniziare a frequentare il college del posto, quando incautamente accetta un passaggio in auto. Ma per un ragazzo nero dei primi anni Sessanta, anche l’errore più innocente può rivelarsi fatale. Elwood viene spedito in un riformatorio chiamato Nickel Academy, la cui missione è provvedere a un’educazione fisica, intellettuale e morale così che il piccolo delinquente possa diventare un uomo onesto e rispettabile. Questo sulla carta. Perché nei fatti la Nickel Academy è un vero e proprio labirinto degli orrori.

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