Ci sono due modi per raccontare una guerra: quello un po’ disincantato e freddo dello storico e quello, umano e con un punto di vista certo più soggettivo, del grande romanziere. 1948 racconta l’inizio di tutti i conflitti mediorientali con lo sguardo di Yoram Kaniuk, ed è difficile non riconoscere la penna di un Letterato.

1948 yoram kaniuk

Non è una lettura semplice, assolutamente: se state pensando a Niente di nuovo sul fronte occidentale (un punto di riferimento inevitabile), probabilmente inciamperete. Anche Dispacci di Michael Herr, che purò ho adorato, è in qualche misura più facile da affrontare: Kaniuk utilizza una sorta di stream of consciousness dal sapore vagamente joyciano che, utilizzando la memoria di un soldato ricoverato in un ospedale militare con una gamba a rischio amputazione, genera un flusso di ricordi della drammatica esperienza vissuta durante la guerra per l’indipendenza di Israele. Anche se lo stesso autore ricorda che “combattevamo per difendere la sopravvivenza di noi stessi, della nostra famiglia, del nostro villaggio.. Non avevamo mai avuto uno Stato e non ci pensavamo proprio.”.

E’ inevitabile cogliere gli aspetti del romanzo legati alla cronaca quotidiana, ed è un esercizio che – seppur velleitario – non mi ha risparmiato. Ma 1948 va certamente oltre: è un romanzo potente, con una sua epica assolutamente personale, fatto di urla ma anche di silenzi, di spari e di sguardi fra sopravvissuti all’Olocausto. E’ un romanzo di formazione in un senso più legato al lettore che al protagonista: leggendo, e ribadisco che non è di facile approccio, avverti chiaramente che stai costruendo un pezzettino in più della tua coscienza storica, politica, personale.

SCHEDA LIBRO
Autore: Yoram Kaniuk
Titolo: 1948
Traduzione: E. Loewenthal
Editore: Giuntina
Collana: Israeliana
Pagine: 292
ISBN: 978-8880574453
Prezzo (Amazon.it, clicca qui per 15% sconto): cartaceo copertina flessibile: € 12,75; ebook: € 7,99

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