Ho dovuto controllare quattro volte, anche durante la lettura: un po’ per essere certo di aver davvero mancato un libro di Jennifer Egan per alcuni anni, e compiangermi di conseguenza. E un po’ perché trama, profondità dei personaggi, struttura narrativa dimostrano una maturità da autrice navigata, e di enorme livello. Ma dopo aver lungamente verificato: si, Jennifer Egan ha scritto La figlia dei fiori quindici anni PRIMA di quel capolavoro che risponde al titolo de “Il tempo è un bastardo”.
Ora, affermare che La figlia dei fiori sia sul medesimo livello de Il tempo o di Manhattan Beach non sarebbe del tutto corrispondente al vero; ma, ve lo giuro, siamo pochissimi centimetri più in basso e la lettura di questo romanzo vale ogni singolo centesimo di secondo che ci passerete sopra.

La figlia dei fiori (ma andate a controllare post-lettura il titolo originale, che sarebbe stato meglio lasciare intatto) racconta la storia di Phoebe: diciottenne, orfana di un padre pittore mai affermatosi, sorella di un Barry (multimilionario nella San Francisco in pieno boom) e – soprattutto – sorella di Faith, primogenita adorata dai genitori morta suicida durante un viaggio in Europa. Per motivi diversi, le due sorelle vi entreranno prepotentemente nel cuore, per non lasciarlo più: quando Phoebe deciderà di partire direzione Europa per ripercorrere, tappa dopo tappa, città dopo città, il viaggio compiuto anni prima dalla sorella fino alla cittadina ligure in cui si è tolta la vita, con lei partirà anche la vostra capacità di abbandonare il romanzo. Sarà una lettura convulsa, emozionante, a tratti sul filo del pianto: una lettura da Jennifer Egan, un’autrice che ha il potere di toccare dei fili avvolti intorno al mio miocardio in un modo che non capisco bene fino in fondo.
La figlia dei fiori è un gran romanzo, punto. Un libro con molteplici livelli di lettura, da quello storico (con gli anni Sessanta e Settanta ritratti al meglio) a quello più introspettivo, dal rapporto con i genitori ad un lontano ma profondo senso religioso (sbaglierò, ma che Phoebe sia partita alla ricerca di Faith non mi sembra del tutto casuale…). Un romanzo e-nor-me, che ho adorato in ogni sua riga.
Riassumendo
Memorabile.