Non faccio in tempo a scrivere un’ode ai gialli e ai noir con un protagonista forte (vedi Martin Bora) che subito accorre Biondillo a smentirmi con la magata di Il sapore del sangue. Cercherò di spiegarmi.

Fra i personaggi della fiorente letteratura italiana di genere, Ferraro è per me una Stella Polare: un vero riferimento intorno a cui tracciare le distanze, una bussola sempre attiva che mi aiuta a orientarmi in quelle caratteristiche umane e di denuncia sociale che mi sembrano contraddistinguere le più alte espressioni dei nostri giallisti. Ecco, ne Il sapore del sangue Ferraro c’è e non c’è. Se ne avverte la presenza, prepotentemente, ma non è protagonista nell’accezione più tipica del termine. Resta protagonista Milano, che perde – anche nella sua malavita e nei suoi quartieri più complicati – un po’ di quell’aura quasi romantica che avevamo imparato a conoscere: segno dell’evoluzione dei tempi e della maturità di uno scrittore, che non si accontenta di ripercorrere sentieri che ha già battuto ma si muove con la libertà di chi ha voglia di accompagnarti a scoprire qualcosa di nuovo.

milano noir il sapore del sangue

Il sapore del sangue è un romanzo vivo, corposo come un bicchiere di rosso di quelli che tranciano un po’ le gambe, politico nel significato più profondo e meritevole di questa parola oggi così intristita e originariamente, paradossalmente, così nobile.

(bello chiudere l’anno con Biondillo: auguri a tutti di un 2019 felice e ricco, ricchissimo di meravigliose letture!)


LINKOGRAFIA

Le prime trenta pagine del romanzo in epub o PDF

“La vera periferia oggi è il centro senza umanità”: intervista all’autore (Fonte: Iodonna.it)

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