Avevo letto Studio illegale, e mi era piaciuto.
Avevo letto La gente che sta bene, e mi era piaciuto anche di più.
Ho letto Peep Show, e sono qui a raccontarvi che Federico Baccomo detto Duchesne ha un talento cristallino.
In questo suo terzo romanzo (e, ne sono conscio, me ne manca un altro oltre ad almeno un racconto lungo), Baccomo dimostra che si può produrre dell’ottima narrativa andando oltre i vincoli del genere letterario. Per un buon numero di pagine la storia di Nicola Presci, ex concorrente del Grande Fratello che ha perso le luci della ribalta e vuole tornare sulla cresta dell’onda mediatica, è purissima commedia: all’apice della sua rovina, Nicola è costretto a guidare la limousine dell’agenzia per cui lavora scarrozzando Very Important People, e vi assicuro che i dialoghi con un Alessandro Baricco preoccupato di arrivare in anticipo a un firmacopie o con Jovanotti in cerca di una disgrazia da inserire nel suo prossimo pezzo valgono da soli il prezzo del volume.
Poi, con un cambio di marcia e di livello (persino lessicale, non solo narrativo), la commedia volge in dramma, con una continuità che stupisce perché appare del tutto naturale: non voglio spoilerare e non lo farò, ma posso giurare che quelle che seguono sono pagine durissime, di denuncia e di rabbia, con una partecipazione del lettore che diventa assolutamente fisica. Si soffre, ci si indigna, si saltano due o tre paragrafi per il troppo dolore.
Peep show è acuto, tagliente, divertente dove serve e amarissimo quando è giusto. E regala riflessioni su processi mediatici e affini che anche in questi giorni di opinioni lanciate sui social senza il pudore del silenzio, beh, hanno tanto da raccontare.
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8/10
Riassumendo
Divertente dove serve, amaro quando è giusto. Un romanzo acuto, una bella scrittura, una riflessione importante.