Doppia lettura: finalmente è mare e si macina fra i dieci minuti al sole a scottar la pelle albina e i quaranta secondi a pucciar con espressione eroica i piedi nell’acqua gelida.

La prima – ahimè- è stata un po’ una delusione: intriso dalle prime quattro stagioni di Americans, macinate al ritmo vacanziero con MoglieRiccia, avevo proprio voglia di tuffarmi in una storia di spionaggio, e la biografia di Dusko Popov prometteva faville. In realtà, avendo odiato profondamente il Bond letterario di Fleming, qualche sospetto la quarta di copertina doveva darmelo. Spia contro spia, rappresentato qui sotto (o sopra, a seconda di dove mi leggete) in una sua collocazione balneare, non mi ha trascinato. Massimo rispetto per l’autore e per la sua storia, rischiosa come solo un doppiogiochismo fra nazisti e alleati in piena seconda guerra mondiale può essere, ma per tenermi avvinghiato sarebbero stati necessari qualche nome in meno e un po’ di approfondimenti psicologici in più. Più vicino al saggio – senza averne il rigore – che al romanzo biografico, nonostante le intenzioni dichiarate in prefazione. Capisco però che nel 1974, anno di uscita, abbia acceso molte fantasie ancora memori della tragedia di trenta anni prima.

Poche ore più tardi, ci ha pensato Ian McEwan ad allietarmi con un piccolo (55 pagine appena) gioiello: due scritti differenti uniti in un agile volumetto tutto da gustare. Il primo è un racconto che vede protagonisti due amici divenuti romanzieri di diverso successo: è concepito come una sorta di confessione e ci ricorda che fraternità, invidia, affetto e vergogna possono coesistere, nelle giuste condizioni.
Il secondo scritto é un vero e proprio mini-saggio in cui McEwan, partendo dall’immagine dei turisti che si scattano selfie nella veneziana S. Marco, riflette sul concetto di io e ne traccia una storia – colta, affascinante, impossibile da abbandonare – attraverso la storia della letteratura. Insomma, “Il mio romanzo viola profumato” poteva sembrare una operazione commerciale ma ha l’assoluta dignità del libro da leggere e conservare (anche per la copertina, francamente meravigliosa).

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