Il contesto storico che fa da sfondo a “Codice a zero” di Ken Follett è certamente affascinante: siamo in piena Guerra Fredda e le due potenze mondiali si stanno sfidando nella corsa alle conquiste spaziali. I russi hanno piazzato la prima stoccata inviando un satellite fuori dal pianeta, gli americani arrancano e hanno un’ultima chance di pareggiare i conti dopo una serie di lanci falliti. A Cape Canaveral l’Explorer 1 è pronto a decollare, ma corre un pericolo (missilisticamente) mortale.

explorer 1

Il romanzo si apre con il risveglio in una sala di aspetto di una stazione ferroviaria di quello che sembrerebbe un homeless: non ricorda chi sia e come sia finito lì, ma poco a poco il protagonista scoprirà di essere fortemente connesso al lancio di Explorer previsto da lì a pochi giorni.

Rispetto ai Follett già divorati, una punta di delusione c’è: la trama è quella classica della spy story e il contesto storico è ben approfondito, ma il ritmo è meno convincente. Non giovano una lunga serie di flashback che più che approfondire la conoscenza dei personaggi ne descrivono le relazioni sentimentali, anche con un paio di scivoloni (tali sono, in un romanzo di genere, quelli che vorrebbero essere dei clamorosi colpi di scena e che invece fanno esclamare al lettore triestino “savevo mi”).

codice a zero ken follett

Trascinanti, come ci si aspetta da un Follett, le pagine finali, ma resta in sottofondo la sensazione di un romanzo incompiuto, che poco lascerà alla memoria.

  • 6.5/10
    - 6.5/10
6.5/10

Riassumendo

Un Follett vagamente sottotono

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