Come tutti gli appassionati lettori, per anni ho comprato La Stampa nel fine settimana, in coincidenza con l’uscita di Tuttolibri. Credo di aver posato per la prima volta gli occhi su un articolo di Domenico Quirico proprio così: leggendo il quotidiano come se fosse l’inserto di quello che nelle intenzioni editoriali doveva essere l’accompagnamento, e che per me era l’esatto contrario. Ho cominciato a leggere La Stampa anche nei giorni lavorativi proprio così: sperando di trovare vergate sulle sue pagine le parole prodotte da quella mente geniale che accompagna i viaggi di Domenico Quirico.
(poi mi sono innamorato anche di Mario Calabresi, ma questa è un’altra storia)
Anni dopo, di Quirico ho letto “Gli ultimi”, saggio che è limitativo definire tale. Il giornalista – nella più alta accezione possibile del termine – mi raccontava, con un linguaggio che può sembrare a volte di difficile accesso ma che è semplicemente Letteratura, la storia del mondo attraverso le vite e gli occhi dei vinti, protagonisti della chiusura di un’epoca, di una filosofia, di un momento irripetibile. I vinti escono di scena e chiudono la porta, spesso senza sbatterla, perché travolti dagli eventi o perché del tutto fuoritempo: come Dario, fiero e contemporaneamente umile e fragile avversario di Alessandro, persino sfottuto dalle pagine della Storia eppure poeticamente sconfitto, e come Atahualpa, ultimo sovrano Inca, che secondo la storiografia riuscì nel miracolo di sbagliare qualsiasi strategia, e che in queste pagine è tratteggiato commoventemente da penna sublime.
Qualche giorno fa il fratello fotografo (quello baciato dal talento artistico di tutta la generazione familiare) è venuto a Milano. La mattina successiva doveva fotografare la premiazione del Terzani per la 14° edizione di vicino/lontano.
Il Premio Terzani 2018 è andato a Domenico Quirico (e avendo letto entrambi non posso immaginare scelta migliore). Ho spiegato dolcemente al fotografo-rosso-de-cavei che se non avesse recuperato la firma di Quirico sulla mia copia di Gli ultimi, la prossima volta poteva utilizzare la chiave di ricerca “hotel milano stanze libere” su Google, perchè non avrei aperto per quanto potesse bussare (non è vero, non avrei resistito più di 23 minuti).
Quindi adesso siamo felici proprietari di una dedica di Domenico Quirico. Trionfo.
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8.5/10
Riassunto
Una scrittura semplicemente meravigliosa.