Che mi piacesse il Cognetti novellista era già chiaro. Che io abbia apprezzato moltissimo il Cognetti romanziere (e ben prima dello Strega, meritatissimo) era altrettanto evidente. Mi spingerei ad affermare che persino il Cognetti “saggista” mi aveva colpito oltremodo. Ora posso affermare serenamente che anche nella veste di curatore di una antologia di racconti altrui (e che altrui!) Paolo Cognetti è in grado di regalare moltissimo.

new york stories a cura di Paolo Cognetti

«Ogni antologia su New York è solo una delle tante possibili. Non c’è scrittore, americano o no, che passando di lì non abbia lasciato un racconto, un romanzo, una poesia, una pagina di diario. Più che un libro, se ne farebbe una biblioteca» – Paolo Cognetti

New York Stories è una raccolta di ventidue racconti pubblicata da Einaudi e curata da Paolo Cognetti, uno scrittore innamorato della Grande Mela come ben dimostra “New York è una finestra senza tende“. Un amore evidente anche per l’attenzione con cui sono stati selezionati i racconti che compongono l’antologia: tra grandissimi nomi e qualche nuova scoperta (almeno per l’ignorantissimo scrivente) si viaggia tra Francis Scott Fitzgerald e un meraviglioso Mario Soldati, per poi passare inevitabilmente da Truman Capote e scoprire una Fallaci ironica e tagliente. Addirittura splendido – e giuro che non lo conosco, mea culpa – il racconto di Nathan Englander.

Immagino nella mia scarsa creatività che una antologia di questo genere abbia (almeno) due obiettivi: invogliare clamorosamente al viaggio (e ho attivato un Google Alert per le offerte speciali verso Manhattan) e spingere ad approfondire la conoscenza di un autore. Con New York Stories Paolo Cognetti ha compiuto pienamente la missione, e al cento per cento.

SCHEDA LIBRO
Autore: selezione a cura di Paolo Cognetti
Titolo: New York Stories
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Pubblicazione: novembre 2015
Pagine: 395
ISBN: 978-8806228019
Prezzo (Amazon.it, 15% sconto): cartaceo copertina flessibile: € 17,85

  • 8/10
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Riassunto

Livello altissimo. Ma altissimo proprio.

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