Ho dovuto fare il calcolo sei volte: prima a mente, poi compitando sulle dita, infine chiedendolo a Siri. Ebbene sì, dalla pubblicazione de L’ultima lacrima, raccolta di racconti di Stefano Benni di cui ricordo perfettamente l’uscita, sono passati la bellezza di 23 anni.
(ora, che il numero 23 sia una dominante esistenziale testimoniata anche dal nome di questo sito di scarso successo ma tanta passione è un elemento ulteriore che non affronterò. Comunque Adams si sbagliava e la Risposta è 23. Punto.).
Superato lo shock per gli anni che passano (si stava meglio prima, i giovani d’oggi, una volta l’estate non era così calda, domani vado a vedere i lavori di un cantiere), spiegherei perché ho ripreso in mano L’ultima lacrima. Io amo Benni, considero alcune sue pagine fra le migliori della recente letteratura (*), e mi era rimasto sul gozzo il fatto di non averne apprezzato alcune antologie. In particolare, avevo un ricordo davvero poco positivo de L’ultima lacrima, che avevo trovato insopportabilmente triste, privo di spunti, eccessivamente politicizzato.
Son certamente cambiato io: le parole (e persino l’edizione, nel mio caso) è rimasta la stessa, e non mi ha affatto intristito: mi ha fatto riflettere, mi ha divertito con il sarcasmo sottile, mi ha persino commosso, ma intristito no. E’ certamente segnato dal tempo (un certo clima politico è sottinteso, e neppure troppo velatamente se penso alla crociera della Nuova Destra e a Sniper, racconto in cui viene immaginata una guerra tra il Sud e il Nord Italia) ma contiene anche dei piccoli capolavori di immaginazione sociale e civile: da “Papà va in tv” (storia della diretta tv di una esecuzione su sedia elettrica vista a casa del condannato e intervallata da spot pubblicitari e interviste alla famiglia) a un pianeta regolato interamente dai sondaggi di opinione, vien voglia di chiamare gli autori della serie TV Black Mirror implorandoli di scritturare Benni per un loro episodio.
“Neanche a pensarci. Non si muove. Ho un’idea: metto un nastro di samba. I cuori non resistono al ritmo del samba.”
E si ride anche molto, tra un Bancomat umanizzato e intenzionato ad aiutare i più bisognosi e la storia di un improbabile agente di commercio intergalattico. In sintesi: una summa di emozioni e di generi (dalla fantascienza alla pura distopia, passando per un ironico realismo) che rende onore al genio dello scrittore bolognese.
Ebbene sì, mi ero sbagliato di grosso.
(*) leggasi il monologo di Lee in Comici spaventati guerrieri.
SCHEDA LIBRO
Autore: Stefano Benni
Titolo: L’ultima lacrima
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica
Anno di pubblicazione: 1994
Pagine: 176
ISBN: 978-8807882241
Prezzo (Amazon.it, 15% sconto): cartaceo copertina flessibile: € 6,80; eBook (mobi, epub): € 5,99
-
7.5/10
Riassunto
Venti racconti tragicomici sull’Italia del 1994: i mostri degli anni passati, i mostri contemporanei, e soprattutto i mostri che potrebbero invaderci domani, e che forse possiamo ancora combattere.