Aspetta un attimo: mi sto dicendo – in uno di quei soliloqui notturni dettati dal caldo e da un eccesso di sonnellino pomeridiano – che ho trovato più che accettabile un romanzo che sembrerebbe poggiare le sue basi su una sorta di commistione fra complottismo ante litteram, società segrete che dominano il globo, organizzazioni sovranazionali in grado di indirizzare i destini di un paese o di un intero continente? Cioè, davvero I falsificatori di Antoine Bello, romanzo pubblicato da Fazi con una copertina particolarmente azzeccata, ha un suo fascino discreto nonostante le premesse facciano temere l’ormai classico potpourri di ispirazione pluto-socialistico-giudaico-nazistoide-sciekimikesco?
Sì, in effetti è così: I falsificatori sono promossi a pieni voti. Innanzitutto perché la vicenda è di per sé sufficientemente originale: Sliv, giovane geografo islandese, viene assunto da una società di consulenza ma scopre quasi immediatamente che il suo Capo è in realtà un reclutatore del CFR (Comitato Falsificazione della Realtà). Si tratta di una misteriosa organizzazione che, in una storia ammantata di mistero, opera in tutto il mondo per la produzione di false notizie capaci di determinare il destino delle nazioni e del mondo. Un esempio? L’invio nello spazio della cagnetta Laika sarebbe pura mitologia, determinata da un (geniale) agente del CFR e dalla necessità di spingere il genere umano all’evoluzione scientifica attraverso la competizione spaziale.

Ma allora perché il romanzo di Bello si differenzia dai polpettoni sopra descritti? Prima di tutto, per un protagonista assolutamente normale e per delle vicende che sfiorano l’ordinario: nessun omicidio (o quasi…), nessun tesoro da disseppellire, nessuna profezia e nessun codice segreto da violare dopo un inseguimento notturno in una segreta città subacquea. Il lavoro di Sliv e dei suoi colleghi assomiglia più a quello di capaci romanzieri che a quello delle archeo-spie a cui il cinema e la letteratura di consumo ci hanno abituati: preparano dossier che possono influenzare in un processo non istantaneo la nostra storia ma lo fanno con l’incoscienza dei giovani spesso accompagnata da una robusta dose di idealismo. La struttura stessa del CFR viene dispiegata a poco a poco, e solo dalla metà del romanzo se ne comprendono almeno parzialmente le ramificazioni.
E poi… oh, lo so che non ci crederete ma… nell’intero testo de I falsificatori non compare neppure una volta il termine Templare. A me è più che sufficiente perché, come diceva il compianto Umberto Eco, in questo genere di letteratura “I Templari c’entrano sempre”. E qui non ci sono.
SCHEDA LIBRO
Autore: Anthoine Bello
Titolo: I falsificatori
Traduzione: L. Crea
Editore: Fazi
Pubblicazione: luglio 2010
Pagine: 526
ISBN: 978-8864111216
Prezzo (Amazon.it, 15% sconto): cartaceo € 16,57, ebook € 13,99, gratuito per gli iscritti a Kindle Unlimited
LINKOGRAFIA
Il sito dell’autore
Intervista ad Antoine Bello (Fonte: Infinitestorie.it)
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8/10
Riassumendo
Aggancia, oh come aggancia. L’idea è semi-geniale e lo sviluppo narrativo intrigante. Promosso.