Prima o poi doveva succede: dopo una serie quasi inarrestabile di romanzi (in realtà, racconti lunghi) assolutamente convincenti, per la prima volta resto fortemente perplesso dopo aver concluso l’ultima pagina di un libro della scrittrice francese dal look più buffo della galassia, alias Amelie Nothomb.
E’ inevitabile: le grandi serie finiscono. Golden State perde a Milwaukee dopo aver iniziato la stagione NBA con 24 (ventiquattro!) vittorie consecutive, Rocky Marciano stese i suoi rivali sul ring per 49 match consecutivi, Cats è andato in scena nel West End londinese dal 1981 al 2002… Insomma, a un certo punto la natura riporta sulla terra personaggi, storie, situazioni per ricordarci che siamo fallaci.
Nessuno stupore e pochi tremori, dunque, parafrasando il titolo di un celebre romanzo di Amelie Nothomb inserito nei 1001 libri da leggere a qualsiasi costo: dopo una produzione ricca di spunti, riflessioni e provocazioni (leggete “Acido solforico, vi prego!”) un passo falso ci può stare. “Il delitto del conte Neville” poggia su una trama leggera al limite dell’inconsistenza: a un nobile decaduto, intento nella preparazione dell’ultima festa nella sua tenuta, viene pronosticato che in quella occasione sarà l’autore di un omicidio.
E’ l’occasione per riscoprire e ricostruire un rapporto con la figlia, la sfortunata – fin dal nome – Sérieuse, in un divenire narrativo piuttosto esile che vede apparire e scomparire personaggi secondari senza una vera ragione. L’approfondimento psicologico dei protagonisti è ben inferiore agli standard della Nothomb e persino il finale, a cui ci si trascina piuttosto stancamente, è di una banalità imbarazzante.
Facciamo che ci si riprova l’anno prossimo, eh.
SCHEDA LIBRO
Autore: Amelie Nothomb
Titolo: Il delitto del conte Neville
Traduzione: Monica Capuani
Editore: Voland
Collana: Amazzoni
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 93
ISBN: 978-8862431941
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5/10
Riassumendo
Evitabile (ma la Nothomb NON è così)