Carlo Lucarelli ha scritto un libro bellissimo.

(Cioè, in realtà ne ha scritti diversi, ma questo è davvero differente. Tra le altre cose fa un uso peculiare e personale delle parentesi, aprendone una infinità ricordando dettagli biografici, aspetti di cronaca, considerazioni di vario genere).

Se ti aspetti qualcosa di simile a “Blu notte” o alle sue trasposizioni letterarie, siete fuori strada: “PPP” non è semplicemente un libro sulla morte di Pasolini, è – molto più profondamente – la storia del rapporto fra un lettore e un autore, fra uno spettatore e un regista, fra un cittadino e un intellettuale.

copertina-lucarelli-pasolini-ppp

(Poi, certo, Lucarelli racconta della confessione di Pino la Rana e dell’improbabilità di un omicidio “singolo”, ma è una sorta di ciliegina sulla torta).

Lucarelli ti fa venire una gran voglia di approfondire. E di approfondire non le indagini, come ci si aspetterebbe, ma la parabola di un artista discusso ma non discutibile, di cui mi rendo conto di sapere drammaticamente poco.

(E poi c’è questa cosa delle parentesi, francamente irresistibile).
Divorato in una giornata, con una infinita necessità di saperne di più. Ci sarà occasione.

(Bravo Lucarelli)

  • 8/10
    Il mio voto - 8/10
8/10

Riassumendo

Da non lasciarsi sfuggire: un libro vero, quasi intimo, un artista da non dimenticare.

Sending
User Review
4 (1 vote)

Rispondi