Sulla moleskine ho appuntato: “nessun gioco di parole fra il titolo del romanzo Kitchen e il fatto che l’autrice si chiami Banana”. Sarà durissima ma posso farcela.
Eccoci dunque a chiacchierare del primo romanzo di Banana Yoshimoto, opportunamente – se si considera il nome dell’autrice -intitolato Kitchen. (ok, non ho resistito). Volessimo proseguire nella metafora culinaria, e non avendo la minima esperienza nella cucina giapponese nonostante i ripetuti inviti di amici e colleghi, mi verrebbe da fare riferimento al più classico dei piatti acquosi: un bel brodino.
Ora, so perfettamente che a Hell’s Kitchen mi percuoterebbero con un mattarello, ma un brodo – suvvia – è un brodo: io ne sono un appassionato consumatore, ma non mi spingerei a definirlo “soddisfacente”. Ecco, Kitchen mi ha lasciato quell’impressione lì: il confine fra delicato e insapore è davvero molto sottile, e per le mie corde di lettore questo romanzo della Yoshimoto (inserito peraltro nella lista dei 1001 libri da leggere) è risultato insapore.
Tutto ciò premesso, sono chiarissimi i temi che l’autrice vuole affrontare e devo ammettere anche come non sia andata troppo lontana da un buon risultato finale: lo sfilacciamento sociale, giovanile in primis, nel Giappone odierno e l’impatto che le esperienze più tragiche hanno sulle nostre vite sono i protagonisti più veri di questi tre (o due, in altre edizioni) racconti. Ma ho avvertito distintamente una sorta di distanza dai personaggi, non mi sono mai davvero confrontato empaticamente con essi, la ricerca di una nuova famiglia di Mikage, protagonista della prima storia lasciata orfana dalla nonna, non mi ha emozionato né fatto sanguinare il cuore.
Chi ama la letteratura giapponese mi ha raccontato di una deriva “commerciale” della Yoshimoto, tesa più alla pubblicazione scadenzata che alla ricerca di una vera qualità. Non posso giudicarlo, avendo affrontato soltanto Kitchen, ma di certo la lettura della prima fatica letteraria non mi incuriosisce al punto da approfondirne la conoscenza.
SCHEDA LIBRO
Autore: Banana Yoshimoto
Titolo: Kitchen
Traduzione: Giorgio Amitrano
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica
Anno di pubblicazione: 1988
Pagine: 148
ISBN: 978-8807884603
Prezzo (Amazon.it, 15% sconto): cartaceo copertina flessibile: € 7,23; eBook: € 4,99
PROGETTI
1001 libri da leggere
N. 819 – Kitchen di Banana Yoshimoto
Letti: 92; Da leggere: 909
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6.5/10
Riassumendo
Dalla quarta di copertina:
“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina…” Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, Kitchen, pubblicato con grande successo in Italia in prima traduzione mondiale da Feltrinelli (1991). È un romanzo sulla solitudine giovanile. Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, che riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la grande trovata di Banana è che la famiglia si possa non solo scegliere, ma inventare. Così il padre del giovane amico della protagonista Yu¯ ichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità”