Ci sono libri che assumono un carattere (e non mi riferisco al font utilizzato…). La tua libreria diventa come un (enorme, nel nostro caso) gruppo di amici, ognuno con le sue caratteristiche marchiate a fuoco nel DNA e nell’anima. C’è quello che fa il simpatico a tutti i costi (alcuni Palahniuk rivedibili), quello che ti sorprende sempre (Cutter e Bone), quello che vuole fare il fenomeno (Ghost fleet). L’uccello dalle ali d’oro del sudcoreano Yi Munyol è il tuo amico composto, quello che non alza mai la voce di un decibel e si siede a tavola un po’ rigido ma perfetto.
L’uccello dalle ali d’oro ci racconta la storia di Kojuk, giovanissimo orfano di padre accolto quindi in casa da uno zio, il venerabilissimo maestro di calligrafia Soktam. L’impatto non è dei migliori ma le vicende di Kojuk, sotto forma di un racconto lungo / romanzo di formazione, sono l’occasione per ragionar di processi creativi più in generale. Sullo sfondo, le tragiche vicende della penisola coreana, l’occupazione giapponese, il secondo conflitto mondiale: tutte situazioni le cui conseguenze storiche e politiche si avvertono ancora oggi.
Yi Munyol tratteggia in questo breve e delicato romanzo un popolo intero, l’equilibrio fra passato e presente, l’attenzione per il “da dove veniamo” in un contesto che grida inevitabilmente “dove andremo”. Il protagonista attraversa entrambe queste fasi, quasi in punto di piedi, e ti suggerisce qualcosa, con toni leggiadri.
SCHEDA LIBRO
Autore: Yi Munyol
Titolo: L’uccello dalle ali d’oro
Traduzione: M. Riotto
Editore: Giunti
Collana: Doriangray
Pagine: 128
ISBN: 978-8809202986
Prezzo (Amazon.it, 15% sconto): cartaceo copertina flessibile: € 3,25
PROGETTI
Giro del mondo letterario: Corea del Sud
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7/10
Riassunto
Delicato. Proprio delicato.